«Non chiudono mai il cancello». E le uccide

Pagani (Salerno) Le ha uccise davanti al cancello lasciato aperto, motivo da tempo di tanti litigi. Ma, ieri mattina, non c’è stata alcuna discussione: Giuseppe Comunale, 74 anni, pensionato, si è presentato a nuora e nipote, imbracciando il fucile da caccia calibro 12. Non ha aperto bocca ma ha premuto il grilletto tre volte. Ai carabinieri che l’hanno arrestato una ventina di minuti più tardi, l’assassino ha detto, con un filo di voce, quasi a volersi giustificare: «quelle due lasciavano il cancello sempre aperto».
Questa tragedia della follia è avvenuta a Pagani (Salerno): in una mezza dozzina di secondi, Comunale, mai un segno di squilibrio mentale prima di ieri, ha distrutto la famiglia del figlio. E tutto per la sua mania di tenere tutto sotto controllo.
Una vera ossessione. Comunale era terrorizzato dai ladri e dalle bande che assaltano le ville e aveva piazzato diverse telecamere per controllare chi lasciava l’ingresso aperto. E quelle due proprio non volevano saperne di mettersi in riga.
I due nuclei familiari, vivevano in due casette a un piano, situate l’una di fronte all’altra, divise da un vialetto: l’assassino, con la moglie da una parte e il figlio Ugo con la moglie Rosaria Anna e i due figli, dall’altra. A protezione delle loro case, il cancello della discordia. Inutili i tanti rimproveri dell’anziano a nuora e nipote: quel cancello tante volte lasciato aperto, in qualche caso anche di notte ha fatto crescere nella mente del pensionato, un odio smisurato, culminato con l’assurda strage di ieri mattina.
È successo intorno alle 9: madre e figlia, Rosaria Anna Vanacore, 47 anni e Renata Maria Comunale, 24, erano appena rientrate, quando, si sono trovate davanti l’anziano, armato di fucile. Un colpo ed è caduta la nuora. La nipote ha tentato la fuga, ma non è arrivata nemmeno al cancello, l’uomo l’ha seguita e ha sparato altre due volte, facendola accasciare sul vialetto della casa situata alla terza traversa Fontana, zona rurale di Pagani, 32 mila abitanti a 15 chilometri da Salerno.
Comunale si è dato alla fuga, poco prima che arrivassero i carabinieri di Pagani, avvertiti da qualche vicino. Madre e figlia erano distese sul pavimento, non lontane. Un militare si è procurato qualche lenzuolo e lo ha steso sul cancello, per evitare gli sguardi dei curiosi. La caccia all’assassino è durata una mezz’oretta. Fucile in spalla, ancora caldo, Comunale è stato bloccato nelle campagne circostanti. Ha porto i polsi a un brigadiere mentre con gli occhi sbarrati e un filo di voce, ha ripetuto, come una cantilena, «non lo chiudevano mai il cancello». Comunale, ex impiegato alla Asl Salerno 2 è stato condotto in caserma. Il figlio Ugo si è sentito male appena gli è stata comunicata la notizia della tragedia. Si è stretto al figlio, l’unico superstite della sua famiglia.
Agli investigatori Comunale avrebbe detto di non aver premeditato la strage, ma di avere incrociato casualmente le due donne. «Il fucile lo avevo con me per caso», ha raccontato. In casa, i carabinieri gli hanno sequestrato altri 7 fucili regolarmente detenuti. Una persona mite e onesta, lo descrivono i vicini, con la passione della caccia. «Un impiegato modello sempre disponibile» ricorda un ex collega.

In casa però sfogava la sua ansia di controllo e, dicono i parenti, diventava un padre padrone.
Ma, ieri mattina un raptus omicida è scattato nella sua mente. Ha deciso di farla finita con le parenti, che ormai vedeva come nemiche da abbattere.
carminespadafora@libero.it

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