"Non ci lasciano drogare" La rivolta degli studenti del Virgilio

Blitz dei carabinieri in borghese nel liceo dell'elité della capitale: identificati quattro studenti che fumavano. Parte la protesta. Gli ex allievi: "Impensabile ai nostri tempi". L'intellettuale Max Gallo: "Basta egualitarismo, è ora di sacrifici"

"Non ci lasciano drogare" 
La rivolta degli studenti del Virgilio

Roma - Un controllo antidroga in un liceo, quattro ragazzi identificati. E il resto degli studenti che si «ribella» e critica l’operazione dell’Arma come «inaccettabile». La cronaca di questa strana giornata comincia alle otto e venti del mattino, quando una quindicina di studenti di una delle scuole della «Roma bene», il liceo classico Virgilio, nella centralissima via Giulia, sono in cortile in attesa della campanella di inizio lezioni. Improvvisamente c’è un po’ di maretta. Quattro uomini si avvicinano a un ragazzo e lo fermano: sta fumando uno spinello. È l’innesco di un blitz antidroga dei carabinieri, in borghese, all’interno del palazzo Cinquecentesco che ospita il liceo. Il ragazzo, maggiorenne, oltre alla «canna» che sta fumandosi, ha in tasca dell’hashish, «sufficiente per altri due spinelli», secondo i compagni di scuola. Viene fermato e portato via, insieme ad altri tre ragazzi che gli sono intorno e che sarebbero stati sorpresi a fumare con lui. Per tutti, dopo l’identificazione alla stazione dei carabinieri di Porta Cavalleggeri, scatta la segnalazione alla prefettura come «consumatori di droga», insieme alle indagini per cercare di risalire ai fornitori.

Ma mentre il padre di uno degli studenti fermati «plaude» l’iniziativa dei militari, «cortesi, cordiali, precisi e discreti nel compiere un’operazione condotta a tutela dei ragazzi», tra i corridoi della scuola, quando si diffonde la notizia dei quattro compagni identificati, si scatena immediatamente la bagarre.

I Collettivi studenteschi organizzano un «corteo interno», marciando fino alla presidenza, poi si sistemano davanti al portale rinascimentale dell’istituto e convocano un’assemblea per «dare solidarietà ai compagni di scuola e denunciare l’accaduto agli studenti di Roma», diramando anche un comunicato nel quale, curiosamente si glissa sul consumo di droga «in flagranza» scoperto dai militari: «Quattro carabinieri in borghese - spiegano i Collettivi - hanno portato via dall’istituto quattro studenti minorenni. Riteniamo che un’operazione di questo tipo all’interno di una scuola sia inaccettabile, e ci viene alla mente la più eclatante operazione antidroga fatta sempre al Virgilio solo qualche anno fa, e che il controllo e la repressione sempre più diffusi siano inaccettabili».

Prudente anche la lettura che dell’operazione preventiva dei militari ha dato il presidente del Consiglio d’istituto, Giovanni Figà Talamanca: «I carabinieri hanno detto che stavano pedinando qualcuno e poi avrebbero chiesto il permesso per entrare a fare un controllo. Poi però, senza comunicarlo alla scuola, hanno prelevato i quattro ragazzi». Quanto basta perché il preside, stando a quanto riferito da Talamanca, abbia deciso di presentare un esposto per chiedere se sia stata rispettata la procedura prevista in questi casi. Nel pomeriggio, alla fine dell’assemblea improvvisata, gli studenti hanno chiesto un incontro «urgente» al prefetto Carlo Mosca.

Eppure, come si diceva, mentre in classe si scandiscono slogan contro la repressione, il padre di uno dei fermati sembra

pensarla molto diversamente e fa sfoggio di sano realismo: «I carabinieri mi hanno chiesto di collaborare e io intendo farlo. Ritengo che la scuola non debba essere una zona franca: se si commette un reato va perseguito».

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