di Sabrina Cottone
Alla vigilia del voto, ai limiti del novantesimo, arriva l'appello di una milanese che si sente discriminata. Questione (anche) personale, ma non desidero parlare delle donne che sono troppo poche: su questo ognuno valuti da sé. Il mio è un appello, assai simile a una lamentela, comune e condiviso da chi vive la zona est di Milano. Ma possibile che tutti si siano dimenticati di quest'area bella, elegante e centrale? Che nessuno guardi più con sconcerto alla voragine che da anni occupa Porta Vittoria? E che dire della lenta colonizzazione del degrado che arriva dalle retrovie di Forlanini e di Corvetto? Entrare nel passante fa quasi paura. E l'Ortomercato, se non fosse per l'iniziativa di giovani artisti e rockettari, sarebbe una landa pericolosa e deserta. Tutti parlano giustamente con orgoglio dei grattacieli di Porta Nuova, di Citylife, dell'Expo dopo l'Expo.
Chi vive sotto l'altra metà del cielo può sperare nella metro che forse arriverà non troppo lontano. Ma la Beic, la Biblioteca digitale europea, i grandi progetti, i parchi, i servizi, sono rimasti sogni. Caro futuro sindaco, speriamo che li tiri fuori dal cassetto.