Stefania Scarpa
«Non ero con Paola quando si è sentita male. Sono estraneo a tutto, non ho nessuna responsabilità e non cè stato neanche un maldestro tentativo di rianimarla da parte mia. Amavo quella ragazza e ora lei mi protegge dal Cielo». Per la prima volta da quella «maledetta» notte tra il 23 e il 24 dicembre del 2003 quando il cadavere di Paola Bianchi, 28 anni, venne ritrovato dai carabinieri al Gianicolo, Luca Marmigi, accusato dellomicidio della giovane ricercatrice e programmista Rai, parla coi cronisti. Per la seconda volta si reca in udienza. E proprio in relazione alle sue precedenti assenze in aula si giustifica: «Quando succedono queste cose - dice -la vita viene devastata, annientata, si sta nel letto buttati come stracci. Ho mandato i miei saluti affettuosi alla mamma di Paola». Dichiarazioni spontanee contro cui sè scagliato il papà di Paola, Iolando che, a margine delludienza svoltasi a porte chiuse, ha replicato con forza: «Altroché. Ha ammazzato mia figlia, dovrà fare la sua stessa fine, lha abbandonata in una strada. Dice che lei lo protegge dallalto, ma lei da lassù lo maledice».
Ieri il Gup, Giudice per le udienze preliminari, Maria Grazia Giammarinaro, avrebbe dovuto stabilire le effettive responsabilità di Marmigi in relazione alla morte della ragazza. Marmigi, in particolare, è accusato di omicidio colposo, occultamento di cadavere e simulazione di reato. Quella notte, per laccusa, avrebbe abbandonato morente in strada Paola, con cui aveva intrecciato una relazione nata sul posto di lavoro nonostante lui convivesse già da tempo con unaltra donna. I due, dopo avere trascorso insieme la serata, si sarebbero recati sul colle di Monteverde a bordo della Ford Fiesta di Luca. Ma allimprovviso esplode una lite. Luca vuole passare le festività con la convivente, Paola è fuori di sé. Assume un calmante a base di benzodiazapine, dallautopsia risultano anche tracce di hashish. Un mix micidiale che arriverà a stroncarla. Ieri mattina, il professore Gaetano Azzolina, consulente di parte civile, ha ribadito che a uccidere la 28enne è stata una lenta asfissia a causa di una compressione sul torace. I legali Vittorio Virga e Rosanna Lania, hanno chiesto nuovamente al Gup di mutare il capo dimputazione da omicidio colposo a volontario. Mentre è stata accolta la loro precedente istanza per il sequestro dei beni del Marmigi. Sequestro cautelativo in previsione di un possibile risarcimento danni chiesto (per 2,5 milioni di euro).
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