«Scoprire che il ministro Paolo Ferrero di Rifondazione vuole esportare il muro anti-spaccio di Padova pure a Milano è quantomeno stupefacente». Aggettivo che lassessore alle aree cittadine e ai consigli di zona Ombretta Colli sottolinea, a voler rimarcare il suo stupore: «Stupefacente perché Ferrero e i suoi compagni avrebbero provocato una sommossa popolare se questa proposta fosse stata firmata dal centrodestra».
Ma il ministro per le Politiche sociali garantisce che a Padova «la vita è migliorata»...
«...grazie al muro?».
Sì, secondo il ministro: perché non innalzare quindi una barriera anti-spaccio anche a Milano?
«La criminalità è polverizzata sul territorio, non esistono cioè forti radicamenti in questa o quella zona. È un dato di fatto, che bisogna tenere in considerazione. Voglio dire che, su Milano, esistono strade e piazze dove cè lo spaccio di giorno e di notte - penso a Ponte Lambro, allo Stadera - ma non cè un quartiere trasformato in fortino dellillegalità».
Bocciata quindi lidea del ministro di Rifondazione?
«Certamente. Ma sia chiaro, non mi tiro indietro se ci fosse una situazione che richiedesse questa soluzione. Tutto quello che si può e si deve fare per il ripristino della sicurezza, stiano certi i milanesi, sarà sempre messo in atto. Anche erigendo una cancellata che, tra laltro, mi sembra sia meglio di un muro di ferro alto tre metri e lungo cento».
Le periferie milanesi, assessore, reclamano anche una presenza più incisiva delle forze dellordine...
«Condivido perché un cittadino si sente più sicuro, più tranquillo se nelle strade del suo quartiere cè un presidio continuo della polizia, dei carabinieri e della nostri ghisa. Non una militarizzazione del territorio, ma una presenza discreta in strada. Sa, le nove zone di Milano sono tutte e nove accomunate da un problema: la sicurezza e il degrado. E di questo il mio assessorato si fa carico per le periferie: la mia mission? Evitare le banlieu parigine, le baby gang e via di questo passo. Impegno che affronto con tutti e nove i presidenti in appuntamenti bimestrali».
Significa cinque anni di duro lavoro, assessore. Ma come coinvolge nei suoi progetti anche i cittadini?
«Un esempio? Milano è una città con molto verde e molti parchi, se i giochi per i bambini sono arrugginiti o se in quel parco avvengono commerci, diciamo strani, i cittadini responsabilizzati e i comitati di quartiere che vigiliano lo possono segnalare al consiglio di zona. Piccoli atti per migliorare la qualità della vita garantendo pure una presenza effettiva, vera dei vigili di quartiere.
Quanti ghisa occorrerebbero?
«Non lo dico o il sindaco Letizia Moratti potrebbe svenire. Comunque, realisticamente, tanti per garantire la sicurezza ai milanesi».
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