«Non facciamo politica col giornale»

A fine mese uscirà un inserto di cultura e gastronomia scritto in italiano e realizzato con il Comune

La redazione si trova in un palazzo di via Ceresio, in zona Paolo Sarpi, cuore di Chinatown. Tre stanze sobrie, una per il direttore Wu Jie, l’altra per i grafici e i redattori e una terza adibita a magazzino. La prima cosa che salta all’occhio è la grafica in cinese coloratissima che appare sugli schermi dei computer. Bianca Zhang, segretaria-studentessa appena ventenne, si muove svelta con l’aria pratica di chi ha imparato il mestiere in fretta. In tutto cinque persone più qualche collaboratore di passaggio e il personale addetto alla distribuzione (un paio di ragazzi che scivolano via silenziosi con le pile di giornali da distribuire nelle edicole o nei negozi alimentari). Si tratta della redazione di Europe China News, un bisettimanale tra le cinque testate cinesi più importanti in Italia (due escono a Milano, due a Roma e una a Prato), distribuito nelle varie edizioni anche in alcuni Paesi europei come Germania, Austria, Svizzera, Francia, Spagna, Grecia e Olanda. A fine mese, un inserto speciale in italiano realizzato con il Comune di Milano offre una serie di informazioni che spaziano dall’attualità alla cultura agli annunci fino alle ricette più curiose o all’invito «a scrivere poesie, racconti o pensieri». Da gennaio Wu Jie ha assunto l’incarico di direttore dopo aver girato l’Italia in lungo e in largo e conosciuto da vicino le varie comunità cinesi. «La maggior parte del giornale si fa qui in redazione - spiega -. Poi ci sono i vari corrispondenti da tutta Italia e spesso i lettori stessi scrivono articoli eccellenti che pubblichiamo volentieri». L’Europe China News si finanzia con la pubblicità e le vendite ed è confezionato come un quotidiano normale: 24 pagine (all’occorrenza 28) con tanto di politica, attualità, esteri, cronaca locale, cultura, spettacoli, sport e un’attenzione particolare all’immigrazione. «Non siamo connotati politicamente - precisa il direttore -, noi cinesi siamo molto interessati alla politica italiana, ma per ora preferiamo rimanerne fuori». (Parole sante). «In futuro - sornioneggia - auspico che la politica entri a far parte della nostra comunità». Intanto, fra una chiacchiera e l’altra (a un certo punto ci rendiamo conto che mentre intervistiamo il direttore il direttore contro-intevista noi...), Bianca ci mostra una pagina fitta di ideogrammi e foto di belle ragazze in salsa glamour: «Questo si chiama “lo spazio dei sentimenti” - sorride - poi c’è anche quello della moda e lifestyle. È la parte che preferisco ed è la prima che leggo».
Al sabato, la redazione si trasforma in un ufficio legale per tutti coloro che sono in difficoltà: ogni volta un avvocato (italiano) si mette a disposizione (gratis) dei lettori in panico di fronte a leggi ostiche, codici e codicilli. «Molte volte i cinesi non conoscono le leggi, sbagliano e fanno arrabbiare gli italiani - afferma Wu Jie -. Per questo ritengo sia utile fare più informazione, soprattutto per gli anziani. Anche le tensioni in via Paolo Sarpi sono spesso dovute all’ignoranza di chi non capisce alcune regole.

Io faccio del mio meglio e cerco di dare tutte più informazioni che posso sul mio giornale. In genere i milanesi sono aperti e gentili con noi. L’ideale sarebbe che anche i più ostili nei nostri confronti lo diventassero. Me lo auguro proprio».

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