Milano è di nuovo in vena di autoflagellazione: si tratta di uno sport diffuso ormai da tempo, che conosce picchi periodici in coincidenza con le difficoltà dell'Expo, i tentativi di scippo dei nostri eventi da parte di altre città o semplicemente qualcuna delle tante stantie lamentazioni degli intellettuali. Ma i milanesi farebbero bene ad ampliare i loro orizzonti e tenere conto anche dell'opinione che della città hanno gli stranieri: non solo quelli che vengono a visitare il Cenacolo o Brera e ripartono entusiasti, ma anche quelli che ci arrivano per affari, che devono decidere dove aprire le filiali delle loro aziende o che instaurano con Palazzo Marino rapporti istituzionali. Nonostante smog, prezzi alti, alberghi talvolta un po' profittatori, presso buona parte di costoro la reputazione della città rimane alta, anche se naturalmente non mancano le critiche: la principale, oggi, riguarda la scarsità dei collegamenti aerei di lungo raggio.
In assenza di sondaggi attendibili, faremo degli esempi: la rete dei nostri gemellaggi e l'elevata considerazione - che ho verificato anche di persona - che hanno di noi le autorità municipali delle città con cui siamo collegati. Forse non tutti i cittadini lo sanno, ma Milano fa parte di una rete che comprende, praticamente, quasi tutte le città non capitali che contano nel mondo dell'industria e della finanza, da Francoforte a Lione, da Chicago a Osaka, da Shanghai a Tel Aviv. Non sono - come talvolta si dice - rapporti virtuali, ma che danno costanti frutti sia nel campo economico, sia in quello culturale. Milano è anche la città che, dopo New York, conta il maggior numero di consolati al mondo: non c'è Paese che conta che non sia presente qui, se non con una rappresentanza diplomatica, almeno con un ufficio commerciale. Milano, infine, è di gran lunga la città preferita come base per le industrie e le banche straniere che vogliono operare nel nostro Paese, non solo perché è quella dotata dei migliori servizi, di scuole straniere di elevata qualità e si trova al centro dell'Italia più ricca, ma anche perché è - udite udite - considerata la più vivibile dai dirigenti interessati. All'estero ci conoscono non solo per la Scala e per la moda, ma anche perché restiamo la capitale italiana dell'editoria, della finanza, della ricerca medica; perché la città (forse con sorpresa di molti milanesi) ha fama di essere meglio amministrata della maggior parte delle altre metropoli italiane; perché i milanesi, per tradizione, sono più aperti delle stesse città turistiche ai rapporti internazionali e conoscono meglio le lingue.
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