«Non ho tradito i miei, ci sono i testimoni Ma ora c’è un presidente e non deve mollare»

RomaMarco Beltrandi lei ha votato per Leoluca Orlando?
«Sì, sì e ho mostrato la scheda ad alcuni colleghi prima di infilarla nell’urna in modo che non potessero sorgere dubbi».
Temeva ritorsioni da parte del Pd?
«La nostra posizione come radicali è nota. Ci battiamo da mesi per sbloccare lo stallo in commissione di Vigilanza. Avevo già annunciato che avrei chiesto a chiunque fosse stato eletto di non dimettersi. Sarei stato il primo sospettato e uno dei due voti in più mi sarebbe stato addebitato. Così ho preferito tutelarmi, mostrando la scheda con il nome di Orlando che ho votato per la verità pur non condividendo l’insistenza del centrosinistra su questo nome. E dentro il Pd non ero l’unico ad avere dubbi su quel nome».
Perché chiede a Villari di non dimettersi?
«La mancanza di una commissione di Vigilanza è un danno per l’azienda Rai e rappresenta soprattutto un vulnus alla nostra Costituzione. Ricordo che il capo dello Stato ha richiamato il Parlamento a compiere questo dovere. L’assenza della commissione potrebbe avere pesanti conseguenze politiche».
Quali?
«Si sono appena tenute le amministrative a Trento senza che fosse in vigore un regolamento sulla par condicio. Ci sono i termini per invalidarle. Il consiglio d’amministrazione Rai è scaduto dal 26 giugno. Invito Villari almeno ad affrontare le questioni più urgenti».
Per lei la mancata elezione del presidente della Vigilanza è un atto incostituzionale. Ma Veltroni definisce l’elezione di Villari un atto di regime.
«Non condivido questa posizione e l’ho detto chiaramente anche durante la riunione di gruppo dopo il voto. Ho sostenuto che anche l’insistenza su Orlando ha spinto il Partito delle libertà a interrompere una tradizione consolidata».
Se si è arrivati a questo punto è colpa del Pd che ora sbaglia a chiedere le dimissioni di Villari?
«Anche l’eccessiva insistenza su Orlando ha condotto verso un vicolo cieco. Quanto alla richiesta di dimissioni non possiamo condividerla visto che noi radicali da mesi con metodi non violenti chiediamo un presidente per la Vigilanza. Ora per coerenza dobbiamo sostenere Villari».


Che cosa dovrebbe fare subito il neopresidente?
«Un regolamento per la par condicio per le prossime elezioni in Abruzzo. Riorganizzare le tribune politiche e i messaggi autogestiti fermi da otto mesi. Rinnovare il cda».
E se il Pd costringe Villari a dimettersi?
«Non voglio nemmeno pensarci».

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