Non ho visto Rockpolitik!

Sono contento, non ho visto Rockpolitik.
Leggendo i giornali ho capito che ho fatto bene. Inutile rivedere uno spettacolo, un film, rileggere un libro se questi non sono veramente dei capolavori.
Avevo già avuto la malaugurata idea, forse per curiosità, di assistere al precedente tormentone di Celentano. Inutile e poco interessante dover subire le «ovvietà» di parte, la claque di parte, le frasi scontate, gli interventi degli ospiti di parte, le pause continue del conduttore.
Non riesco ad apprezzare chi vuole comunicare una sua «verità» facendosi pagare, dopo Diktat continui, richieste di libera espressione, proponimenti di solidarietà, tanti soldi da una tv pubblica quindi dal pubblico.
Secondo me è un personaggio, come tanti, che hanno bisogno di «sentirsi», come avviene spesso nelle riunioni e nei congressi, uno che approfitta di un’occasione «d’oro» per ascoltarsi indipendentemente da quel poco che vuole dire.
Il problema è che quelli che ascoltano, per non fare la figura di non capire, applaudono e spesso si congratulano per l’intervento intelligente dell’oratore. Comunque la libertà di pensiero, sono d’accordo, va sempre tutelata in tutte le sue espressioni, ma non sono d’accordo di essere preso per i «fondelli» da falsi profeti, falsi moralisti, falsi comunicatori.
Sputare nel piatto dove hai sempre mangiato non è bello.

Voglio fare un invito all’«Unione» ed al Professore: dato che verranno sponsorizzati dal molleggiato per diverse settimane. Iniziando così la campagna elettorale, perché non devolvono al «molleggiato» i 4 milioni di euro incamerati nelle primarie riducendo così il costo sobbarcato dalla tv pubblica, pardon di Berlusconi.
Avegno

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