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«Non invochiamo censure ma quel film è un falso»

Il segretario generale della Cei, monsignor Betori: «Il reportage della Bbc non rispetta la verità». L’errore storico dell’accusa a Ratzinger: all’epoca non era cardinale ma docente universitario

da Milano

Alla fine sul tavolo del Cda Rai, impegnato dalla discussione sull’acquisto del documentario Bbc, è finito anche un nuovo «caso Vespa». Tutto è montato nel giro di poche ore, dall’annuncio del cambio di palinsesto a Rai International, alle due note successive con cui Bruno Vespa ha sollevato la questione di un «ridimensionamento ad personam». Il giornalista non ha gradito la decisione di Piero Badaloni, direttore della rete satellitare Rai destinata agli italiani all’estero (tre canali divisi tra i quattro continenti), di ridurre le repliche settimanali del suo Porta a porta da quattro ad una. E ha affidato la sua «amarezza» ad una lettera indirizzata al direttore generale della Rai, «nella speranza che, sia pur nel rispetto dell’autonomia editoriale di Rai International, possa contribuire alla ripresa di una programmazione di buon senso, non per Porta a porta, ma per gli italiani all’estero che lo guardano». Da parte sua Piero Badaloni, ex governatore del Lazio con l’Ulivo nominato alla direzione di Rai International nello scorso novembre, ha giustificato la modifica di palinsesto come un’operazione di «pluralismo»: «Rai International è la sintesi dei palinsesti delle tre reti Rai - ha spiegato Badaloni - e dunque anche nella scelta degli spazi di approfondimento giornalistico deve dar conto non soltanto di quelli in onda su Raiuno. Mi sembra l’Abc del pluralismo. Semmai, era anomala la situazione precedente».
Il programma di Vespa verrà dunque proposto su Rai International solo in una sera della settimana, lasciando spazio nelle altre seconde serate ad altri programmi Rai come Ballarò, AnnoZero, Tv7, Rt di Biagi e Parla con me. Trasmissioni già presenti, in altre fasce, nel palinsesto della rete satellitare. E proprio per questo motivo il conduttore di Porta a porta ha contestato la spiegazione di Badaloni, sospettando nella tesi del «pluralismo» il rischio di un equivoco: «Tutte le principali trasmissioni informative delle diverse reti Rai sono sempre andate in onda sotto gli ultimi tre direttori di Rai International. Al tempo stesso a nessuno è saltato in mente di ridimensionare Porta a porta, che è la trasmissione più popolare della Rai all’estero, dopo i telegiornali. Il nuovo palinsesto non rappresenta dunque un arricchimento - ha concluso Vespa - ma un ridimensionamento ad personam».
Mentre il presidente della commissione di Vigilanza, Mario Landolfi, ha chiesto di conoscere «i criteri» che hanno ispirato Badaloni, dalla parte di Vespa si è schierata la Cdl che ha visto nel cambio di palinsesto un tentativo di spostare a sinistra l’informazione di Rai International. Da viale Mazzini il consigliere Giuliano Urbani ha spiegato che nel cda di ieri «non si è parlato del caso Vespa in modo specifico, ma in termini generali».

È meglio che Rai International trasmetta solo Vespa o anche gli altri approfondimenti Rai? «Qualsiasi persona di buon senso preferirebbe la seconda soluzione», risponde il consigliere Sandro Curzi.

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