"Non è un paese per vecchi", e neppure per deboli di cuore

Un libro cult trasformato in un film da Oscar che affonda nel mistero del male in tutta la sua spietata crudeltà, inimmaginabile come il volto di un killer senza identikit

Riconoscenza imperitura all’amico Martino che mi ha svelato il genio di Cormac McCarthy in un’occasione molto particolare: il suo matrimonio. Nelle partecipazioni di nozze si trovano ormai frasi di tutti i tipi. In quella di Martino e della sua promessa sposa era inciso questo folgorante estratto di «Non è un paese per vecchi»: «La gente si lamenta sempre delle cose brutte che gli capitano senza che se le sia meritate ma non parla mai delle cose belle. Di cosa ha fatto per meritarle. Io non ricordo di aver mai dato a nostro Signore motivi particolari per sorridermi. Però lui mi ha sorriso». Sono passati due anni. Ora il libro è un cult, il relativo film (che non ho visto) ha vinto l’Oscar, la scarsa creatività di tanti ne ha storpiato il titolo adattandolo alle situazioni più disparate: ho trovato «non è un mestiere per vecchi» (dedicato a un collega giornalista), e poi tutta una serie di cose vietate ai maggiori: blog, film, serate, spiagge. Un elenco lunghissimo, sembra che per i vecchi non vada più bene nulla. Ma questo non è un libro da giochi di parole. Il vecchio McCarthy (76 anni) è uno che usa il linguaggio con precisione, uno scrittore spietato, secco, duro come le avventure che racconta. Lasciamo stare la trama dei tre uomini (lo sceriffo, lo psicopatico omicida, il reduce dal Vietnam) che si rincorrono nei deserti al confine tra Texas e Messico. Questo è un affondo sul mistero del male raffigurato in tutta la sua crudeltà perfino gratuita, inutile, inconcepibile. Lo sceriffo si trova a rincorrere un qualcosa che mai avrebbe potuto nemmeno immaginare ma di cui deve ammettere l’esistenza. Impensabile e irriconoscibile, come il volto del ricercato privo di identikit, perché il male ha una faccia troppo normale.

McCarthy ti prende il cuore, te lo strappa e te lo mette davanti agli occhi perché tu lo guardi e impari a usarlo. E gli chieda se è capace, oggi, di trovare ciò che possa dare speranza.

Cormac McCarthy
Non è un paese per vecchi
Einaudi Super ET, 2007
(stefano.filippi@ilgiornale.it)

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