«Ma non può vincere la politica del non fare»

In un momento di divisioni intestine e opinioni discordanti, in cui viene sostenuto tutto e il contrario di tutto sul tema infuocato del parcheggio del Pincio, i costruttori edili di Roma e provincia fanno fronte comune. E affermano con fermezza la necessità di andare fino in fondo con la realizzazione dell’opera. Per loro parla Giancarlo Cremonesi, presidente dell’Acer, l’associazione che li riunisce: «Esprimo grande amarezza - spiega - nel constatare che ancora una volta la politica del “non fare” rischia di non far realizzare bene le infrastrutture necessarie a rendere il nostro territorio competitivo e a elevare la qualità della vita dei cittadini a livello di una nazione civile».
Cremonesi è parecchio critico e definisce l’Italia un Paese dove «la cultura è ridotta ad avanspettacolo e dove spesso parlano di questioni tecniche soggetti non legittimati a farlo per mancanza delle competenze necessarie».
«I risultati non possono che essere dannosi e conseguentemente renderanno inevitabile il declino del nostro territorio - aggiunge - la nostra associazione si batte e si batterà sempre per il “fare bene”, cioè conciliare la salvaguardia e la tutela del nostro patrimonio archeologico, artistico e ambientale con le opere necessarie a rendere la città competitiva con le altre capitali e sempre più attrattiva verso il turismo e il mondo della vera cultura».
Poi il presidente dell’Acer entra direttamente nel merito della questione e puntualizza: «Il parcheggio del Pincio in corso di costruzione a Roma è un’opera che non solo riqualifica un’area che da troppo tempo è assediata dal traffico e dalle auto, ma rappresenta un’importante realizzazione per l’intera città».
«I costruttori romani - chiosa - sono concordi che il parcheggio si debba conciliare con la tutela ambientale e occorre anche valorizzare i reperti archeologici rinvenuti durante gli scavi; ma ritengono che il progetto, entrato ormai nella sua fase esecutiva, debba essere portato a compimento».


«Riteniamo che quest’opera - conclude Cremonesi - possa aiutare a liberare il centro storico dalla piaga della sosta e a renderlo più fruibile dai cittadini e dai turisti e possa essere l’occasione per valorizzare ancora di più il patrimonio archeologico che spesso per mancanza di iniziative o dei finanziamenti necessari giace abbandonato nel sottosuolo della città o nei magazzini dei musei e delle soprintendenze».

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