Quando alzare la voce e minacciare non basta più, quando il monito «seduto» con tanto di dito puntato è seguito da un vivace scodinzolio al quale segue l'ennesima marachella, non ci resta che afferrare il primo giornale che ci capita a tiro. «Arma» indispensabile per chiunque abbia avuto a che fare con un cagnolino. Il rumore, spiegano da sempre i veterinari, lo spaventa più di qualunque rimprovero. Niente di più falso, scopriamo oggi. Il colpo secco della carta contro il muro non solo non serve a nulla, ma rischia di compromettere il rapporto fra noi e il nostro amico a quattro zampe. A spiegarlo è un libro molto speciale: il primo Dizionario bilingue italiano-cane cane-italiano (edizioni Sonda). Un vero e proprio vocabolario che mette 150 voci in ordine alfabetico per insegnarci a capire il nostro cane, ma soprattutto a rendere comprensibili i nostri comportamenti ai suoi occhi: «Uomo e cane si esprimono in modo totalmente diverso - spiega Ilaria Innocenti, autrice del dizionario insieme con il docente di Zooantropologia Roberto Marchesini -. L'animale è molto più attento di noi alla comunicazione corporea. È quindi indispensabile che il linguaggio verbale sia supportato da un corretto linguaggio gestuale». E così scopriamo alla A di «Abbaiare» che se Fido è iperattivo e sveglia tutto il vicinato la colpa è soprattutto nostra. «Non ha alcun senso sgridarlo - continua l'esperta -. Per evitare che un cane abbai troppo spesso occorre non prestare troppa attenzione a quando lo fa e premiarlo invece quando è silenzioso. Inoltre, è bene non mettere l'animale nelle condizioni di abbaiare: mai lasciarlo troppo solo sul balcone o davanti al cancello del giardino, la tentazione per lui sarebbe enorme. Insegniamoli invece a dormire sul proprio tappetino e usiamo un tono di voce moderato».
Se un cane ci abbaia contro, poi, dimentichiamoci di ammansirlo con parole dolci o sguardi diretti: l'unico modo per farlo smettere è distogliere l'attenzione e stare in silenzio. «Il cane è molto sensibile alla nostra attenzione - prosegue Innocenti -. Se si sente ignorato, perde interesse per quello che sta facendo». Alla O di «Occhi» facciamo un'altra scoperta interessate: cane e uomo interpretano in modo opposto il gesto di fissare gli occhi dell'altro: «Per noi umani significa attenzione e rispetto nei confronti dell'interlocutore - continua Innocenti -, per il cane è invece un gesto di sfida». Che in alcuni casi può diventare pericoloso. La P di «Pipì» ci insegna poi che il musetto del cucciolo «disattento» non va mai avvicinato ai bisogni sparsi sul pavimento di casa. «Anche questa abitudine non serve a nulla. Molto meglio ignorare la marachella e premiare il cucciolo con un biscottino quando fa la cosa giusta». Anche un gesto di affetto come un abbraccio potrebbe causare qualche incomprensione. Allora è bene sapere che «per il cane non è un atto di tenerezza, ma una vera e propria prova di forza, una prepotenza simile alla stretta che fra gli animali serve a manifestare dominio». Se il nostro amico a quattro zampe comincia quindi a divincolarsi, meglio lasciarlo andare.
E se prende a leccarci non ci sta baciando, semplicemente si arrende al più forte: «Il linguaggio umano non è universale - conclude Innocenti - per questo nel libro raccomandiamo di non lasciare mai cani e bambini soli a giocare. La presenza di un adulto è necessaria per mediare il rapporto ed evitare spiacevoli sorprese».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.