Sergio Chiamparino, sindaco diessino di Torino, è contento che il governo abbia rinviato l’approvazione delle misure sulla sicurezza?
«Rinviare non è un bel segnale. La gente non capisce queste divisioni e incertezze. Se si tratta di un rinvio di una settimana perché qualche ministro non aveva avuto modo e tempo di approfondire, credo sia legittimo; per una settimana non muore nessuno, anche perché stiamo parlando di disegni di legge che hanno un iter parlamentare lungo, com’è noto. Il che tra l’altro permetterebbe anche di chiarirsi meglio. Se invece è l’inizio di un rinvio continuo o di un nuovo conflitto, allora diventa più preoccupante. Ma questo lo potremo valutare. Se ho capito bene, la richiesta di approfondimento è venuta anche da ministri come la Bindi, la Pollastrini oEmmaBonino che non hanno posizioni pregiudizialmente contrarie o ideologicamente prevenute sui temi della sicurezza: se è così, penso che una settimana non sia la fine del mondo».
E che cosa prevede succederà in Parlamento?
«Mi fa una domanda alla quale temo di non sapere rispondere. Certo, se devo essere sincero l’iter non lo vedo facile. Intanto ci sono le vicende politiche generali... Ma anche ammettendo che non ci siano queste variabili esogene, pensando ai passaggi in Senato, è chiaro che sui temi della sicurezza o c’è una convergenza ampia e trasversale, altrimenti è bene sapere che sono destinati a restare nei cassetti di Montecitorio. Io comunque spero in un iter sollecito e che quelle misure escano come entrano, o almeno come le ho conosciute io».
Dunque il suo giudizio sui provvedimenti è positivo.
«Beh, è il frutto di un lavoro comune fatto al tavolo dei sindaci delle città metropolitane con il viceministro Minniti. Il mio giudizio è che sia un passo in avanti utile, poi naturalmente non tutti i problemi che noi avevamo posti sono stati compresi in quei disegni di legge, né lo potevano essere. Se avessimo voluto affrontare tutto, avremmo dovuto riscrivere il codice».
Ma i maggiori poteri a voi sindaci sono realmente efficaci?
«Qualcosa c’è: c’è un potere di intervento attraverso strumenti urgenti e contingibili come le ordinanze.Epoi c’è la possibilità concessa ai prefetti di decretare espulsioni dirette di persone che metterebbero in pericolo la sicurezza pubblica, mentre adesso l’espulsione diretta è possibile solo per chi attenta la sicurezza dello stato ed è competenza del ministero, ed è poco significativa ai fini dell’intervento su quella illegalità diffusa che crea il maggiore allarme sociale».
Vista la pausa di riflessione, ne approfitterebbe per aggiungere qualcosa?
«I temi sono molto più vasti, ma non metterei tutto lì dentro per
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