Non solo Berlusca Ora la satira diventa bipartisan

RomaUna striscia quotidiana di satira che va in onda allo stesso orario di Striscia è di sicuro una notizia. Una striscia di satira che non ha come bersaglio unico, anzi, nemmeno principale, Silvio Berlusconi, di questi tempi più che una notizia è un miracolo. Comunque, roba da non credere. La terza notizia è che Gli sgommati, così il titolo, è uno dei punti di forza del nuovo palinsesto di Sky Uno, sulla rampa di lancio all’inizio dell’anno nuovo, che esibisce parecchie altre novità. A cominciare dal ritorno in tv di Corrado Guzzanti con uno show esclusivo, per finire con Adrian, il cartone realizzato da Celentano. Perché nuova vuole essere la proposta del canale disegnato da Andrea Scrosati (vicepresidente di Sky Italia e responsabile programmazione dell’area cinema e intrattenimento) e Nils Hartmann (direttore cinema e intrattenimento) per continuare la crescita degli abbonati vicini ai 5 milioni.
Il palinsesto si completa con altri progetti improntati alla «contaminazione dei linguaggi, al politicamente scorretto, alla comunicazione e alla fiction raffinata e moderna», sottolinea Scrosati. E si aggiungono a show consolidati come Italia’s Next Top Model, a telefilm come 30 Rock, all’innovativo quiz itinerante Uno su tutti condotto da Marco Berry, appena inaugurato. Nei primi mesi del 2011 arriveranno Call me Fitz, protagonista un inaffidabile rivenditore di auto usate e Spartacus: Sangue e Sabbia, spettacolare serie maschile prodotta da Sam Raimi, a metà tra 300 e Il Gladiatore. Donne protagoniste, invece, in Lady Burlesque, primo talent show al mondo in materia prodotto in Italia con tanto di scuola di seduzione e relative eliminazioni. Tutto in prima serata.
Ma la scommessa più azzardata di Sky Uno, lo stesso canale che ha trasmesso Buongiorno Afghanistan, il reportage di Fabio Caressa tra i militari italiani in missione, è contenuta in quattro produzioni originali. Prima di tutto Gli Sgommati (dal 24 gennaio alle 21): talk show quotidiano di satira politica con i protagonisti «presenti in carne e gomma». «Pur essendo un fan di Roberto Benigni non concordo con lui quando dice che senza Berlusconi chi fa satira resta disoccupato», ha premesso Scrosati. Sul modello del Guignol francese, Gli Sgommati metterà in scena Fini e Vendola, Bossi e Bersani, Casini e Di Pietro, Montezemolo e Saviano. Ci voleva Sky per sdrammatizzare l'antiberlusconismo e mettere nel mirino pure la Cosa, massa informe che simboleggia la sinistra alla perenne ricerca di un leader, in un talk tra i pupazzi con testi visionati da Paolo Rossi. A moderarli ci sarà Aldo, noto presentatore sportivo, che userà linguaggio, metafore e tic del mondo del calcio (per capire l'italiano di Di Pietro servirà la moviola). Ancora top secret invece i contenuti dello show di Guzzanti, in palinsesto da marzo. In primavera partirà anche Voci nella notte, late night show con microfono aperto al pubblico per confidenze, proteste, rivelazioni politicamente scorrette raccolte da un conduttore scomodo e leggero su uno stile, suggerisce Scrosati, «che potrebbe avvicinarsi a quello della Zanzara di Radio 24». Per il cartone di Celentano, invece, bisognerà aspettare settembre. Ma dovrebbe valerne la pena: disegnato da Milo Manara, editato da Vincenzo Cerami, musicato da Nicola Piovani, non sarà un’autobiografia del Molleggiato ma una fiction animata con tutti i temi più alti cari a Celentano in cui, fa sapere, dirà tutto quello che non gli hanno lasciato dire in Rai.
Sky Uno una rete di protesta, una Raitre del satellite? «Assolutamente no», replica pronto Scrosati. «Siamo partiti da premesse opposte come dimostra la scelta dei bersagli del programma di satira. Come conferma anche il ritorno di Guzzanti, forse il comico che più ha nuociuto alla sinistra con la sua parodia di Rutelli («A Berluscò, che voi che te porto l’acqua co le recchie?»). E come si deve dire di Celentano, un artista difficilmente incasellabile in una parte politica».

Piuttosto, acquisiti i target per le reti monotematiche, cinema, sport e telefilm, ora la pay tv di Murdoch punta a un pubblico più curioso e raffinato. Se questi programmi andassero in onda in chiaro, magari darebbero fastidio a La7. «Il fatto di non avere vincoli di audience può consentire una maggior libertà di sperimentare», sottolinea Hartmann. E domani chissà...

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