«Non sono un pentito: denuncio i violenti»

nostro inviato a Genova

Michelangelo Fournier, il funzionario del Settimo Nucleo che ha ammesso d’aver visto colleghi poliziotti infierire su alcuni manifestanti alla Diaz di Genova («scene da macelleria messicana») risponde al Giornale mentre infuriano le polemiche sulle sue dichiarazioni.
Fournier, l’hanno etichettata come pentito. Il poliziotto buono contrapposto al suo capo, Canterini, il cattivo della Diaz...
«Ma quale pentito. E con Canterini siamo in perfetta sintonia: a Genova, negli scontri in piazza, s’è comportato sempre benissimo, ce ne fossero di comandanti come lui. Nessuna divergenza. Io ho raccontato quello che lui non poteva raccontare semplicemente perché è arrivato dopo, a cose fatte. Alla Diaz non aveva un ruolo operativo».
Perché ha parlato dopo tanto tempo?
«All’epoca, con quella caccia al poliziotto, sarebbe stata benzina sul fuoco. In quel momento, da buon cattolico, per amor di patria e spirito di corpo, ho preferito aspettare il processo».
È vero che anche i no global, prima della sua confessione, l’avevano scagionata?
«Proprio così. Quindici testimoni del Genova Social Forum raccontano nello specifico come mi sono comportato, quando ho allontanato i poliziotti più esagitati, che ho prestato soccorso a una ragazza ferita, che ho chiamato l’ambulanza e via discorrendo. La verità è che non ho detto niente di nuovo».
Concorda con Canterini che sarebbe stato meglio usare i lacrimogeni anziché fare irruzione a quel modo?
«Assolutamente sì. Trattative e poi lacrimogeni».
Voi eravate i più preparati?
«Io dico che ognuno deve fare sempre il suo. Noi ci addestrammo duramente prima, a Roma, con noi c’era anche il compianto ispettore Raciti. L’abbiamo dimostrato in piazza, fronteggiando i black bloc, cosa sapevamo fare».
Gli agenti che picchiavano li ha riconosciuti?
«No. Due erano in borghese, due con la divisa, cinturoni bianchi».
Dopo le sue dichiarazioni qualcuno ha chiesto la testa del capo della polizia...


«Mi sembra a dir poco eccessivo».
Nella Diaz c’erano anche i black bloc?
«Io non li ho visti. Comunque la coltellata all’agente Nucera qualcuno l’ha tirata di sicuro. Là dentro c’era di tutto, bravi ragazzi e teppisti».

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