Roma

La Nona di Bruckner secondo i Wiener

Pietro Acquafredda

Se il programma del concerto dei Wiener Philharmoniker, orchestra residente e attesa di questo breve ma esaltante Festival di Musica e Arte sacra di Roma, e del Coro dei Wiener Singverein, diretti da Seiji Ozawa - come impone la circostanza e la dimestichezza che l’orchestra ha con un autore della grande tradizione austriaca, oggi molto amato ed eseguito, Anton Bruckner - si articola sulla Sinfonia n.9, ultimo tassello della sua produzione sinfonica, e il successivo «Te Deum», che il musicista medesimo suggeriva come possibile conclusione concertistica della sua ultima sinfonia incompiuta, il programma del concerto di Pappano mette sotto i nostri occhi alcune importanti innovazioni musicali che il Novecento ha prodotto di qua e di là dell’oceano: Copland, Varèse, Barber per il «nuovo mondo»; Ravel (con il Bolero) e il giovane Giorgio Battistelli per la vecchia Europa; quest’ultimo con un brano in prima assoluta, per orchestra, ispirato da Shakespeare, e commissionato dall’Accademia.
Ma forse a ben riflettere ambedue i concerti indagano, per pura coincidenza, su alcuni pionieri dello sperimentalismo orchestrale e sinfonico, europei e americani, nel Novecento. Autori che, nel caso di Pappano, rappresentano anche le due anime della sua formazione musicale; ed autori fra i quali va compreso anche Bruckner, il cui sperimentalismo, in campo sinfonico, è già stato ampiamente dimostrato dalla musicologia.
Se Aaron Copland, che apre il concerto di Pappano (in programma «Quiet City», suite dalle musiche di scena del dramma di Irwin Shaw) introdusse nella tradizione orchestrale colta del suo tempo, di derivazione occidentale, gli echi della musica popolare della sua terra, con la più meditata naturalezza; Varèse, compositore franco-americano, capostipite dei grandi innovatori dell’orchestra, nel suo «Amériques» in programma, allargò l’orchestra ai suoni del mondo, al punto da non disdegnare neppure quello di una sirena. A gettare un ponte fra lo sperimentalismo spinto di Copland e Varèse e quello più contenuto di Ravel, si incarica il conosciutissimo «Adagio per archi» di Samuel Barber. Chiude il programma il «Bolero».
Basilica di San Paolo fuori le Mura. Wiener Philharmoniker, Wiener Singverein, direttore Ozawa. Ore 21. Informazioni: 06.68.30.94.49.
Auditorium. Sala Santa Cecilia, Orchestra dell’Accademia. Direttore Antonio Pappano, Ore 18 (si replica lunedì ore 21 e martedì ore 19.

30).

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