La nonna di ferro che ama i pansoti

La nonna di ferro che ama i pansoti

Con l'ufficiale insediamento, ieri, del prefetto Annamaria Cancellieri Peluso, Genova si tinge sempre più di rosa. Il rappresentante del governo, dopo avere passato in rassegna il personale di largo Eros Lanfranco e incontrato i dirigenti della prefettura, ha voluto che il primo incontro fosse con il sindaco Marta Vincenzi.
Pantaloni e giacca di vigogna grigi, maglioncino in pendant scuro, una spilla sulla sciarpona, scarpe nere con poco tacco, cappotto scuro. Annamaria Cancellieri, sposata, due figli e quattro nipotini, come dice orgogliosa, sembra davvero la nonna che tutti vorrebbero avere. Arriva da Catania, dopo essere stata a Roma, Parma, Bergamo, Brescia e Milano. Colta, raffinata, erudita, intelligente, grande lettrice di letteratura contemporanea e di romanzi, non si sbilancia su nulla, dalla criminalità al porto, dai tifosi violenti alle espulsioni degli immigrati, ma il suo primo saluto è alla città. Ha una grande comunicativa, forgiata negli «Anni di piombo» a Milano quando era addetto stampa della prefettura e, ancora prima, quando aveva lavorato con il prefetto Mazza. Ieri mattina è salita per la sua prima visita ufficiale, ma cordialissima, sugli scaloni di palazzo Tursi. Nel suo ufficio di rappresentanza, al primo piano nobile, c'era Marta Vincenzi. Si è parlato un pochino di tutto e di niente. Una chiacchierata tra donne di potere, ma coi piedi per terra, più che un incontro formale. Uno scambio reciproco di informazioni, preludio di una fitta serie di incontri. «Lavoreremo insieme - hanno dichiarato - saremo in contatto attraverso la rete, crediamo che con la collaborazione si ottengano ottimi risultati». Poi l'invito a una passeggiata nel centro storico insieme. Da un lato a dare un'occhiatina, forse, ai saldi nelle vetrine. Dall'altro con l'occhio vigile alle situazioni di degrado e criminalità. «Tutto rigorosamente senza scorta - puntualizza Cancellieri - ci mancherebbe. Voglio sincerarmi di persona come si sta a Genova e voglio fare delle passeggiate informative come un qualsiasi cittadino genovese».
Oggi l'incontro con il presidente della Provincia Alessandro Repetto e poi con il presidente della Regione Claudio Burlando. Poi con i vertici di carabinieri, polizia, guardia di finanza. Nei prossimi giorni, dopo il caffè da Mangini, a due passi dalla prefettura, «dove andava Pertini, lo so», ancora incontri con i rappresentanti del lavoro, degli immigrati, i sindacati, le autorità portuali, i vertici del Tribunale e, dopo la sua permanenza a Venezia, anche con il cardinale Bagnasco.
«Non posso sbilanciarmi - spiega il prefetto - non sarebbe giusto. Non conosco ancora i problemi legati a Genova. Posso soltanto assicurare che incontrerò tutti quanti lo richiederanno, cominciando dai vertici delle istituzioni, ma anche i cittadini. A Catania ho espulso un paio di rumene. Penso che la prostituzione, quando legata a spaccio di droga e all'induzione del meretricio, sia un'attività da contrastare. Ci sono regole che occorre rispettare, ma, allo steso tempo, occorre rispondere in maniera adeguata ai problemi sociali. Sulla criminalità ci rivedremo fra cento giorni quando faremo il primo bilancio dal mio insediamento a Genova».
Intanto il prefetto domenica andrà allo stadio per vedersi la partita tra il Palermo e la Sampdoria. Alloggerà nell'appartamento della prefettura e andrà a gustarsi la focaccia col formaggio alla Manuelina di Recco ordinando anche in ufficio pansoti al sugo di noci e trofie al pesto di cui è ghiotta.


«Mi ricordo quando venivamo in vacanza al Tigullio Rock's tra Zoagli e Chiavari con i bambini - dice Cancellieri - i meravigliosi mercatini delle cittadine del levante e i piccoli che portavano al mare insieme a mia sorella. Ci davamo i turni. Bellissimi ricordi. Adesso però, sono già nonna».

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