da Milano
«Nonostante organici inadeguati, strutture carenti e compensi fermi da sette anni, i giudici di pace sono perfettamente in grado di affrontare lemergenza espulsioni. Ma quel decreto è un po fumoso». Vito Dattolico è il coordinatore dei giudici di pace di Milano. A mezzogiorno è in tribunale, come ogni lunedì. Fuori arriva leco della protesta degli immigrati che chiedono lo status di rifugiati politici.
«Da due anni (dallentrata in vigore della Bossi-Fini, ndr) ci siamo organizzati da soli. Abbiamo creato tre gruppi da 18 giudici che a rotazione, sei giorni a settimana, si occupano di espulsioni».
Anche nei giorni festivi?
«In caso di emergenza sì, dal momento in cui il prefetto decide lespulsione, e la comunicazione può arrivare anche via fax, abbiamo 48 ore per intervenire».
Dove avviene il processo?
«O nelle camere di sicurezza di Questura e distretti di polizia o presso i Cpt (Centri di permanenza temporanea, ndr). Se il cittadino si oppone si radica un giudizio con caratteristiche penali. Se lesito è positivo, la Questura deve procedere allespulsione, altrimenti il cittadino torna libero».
Comè cambiato il vostro lavoro rispetto alla Bossi-Fini?
«Dallo scorso 2 novembre abbiamo creato una task force, composta da un interprete, un difensore dufficio e dal cancelliere della sezione immigrazione dellufficio. Ma ci sono delle questioni che andrebbero approfondite...».
Per esempio?
«Alcuni aspetti del decreto sulla sicurezza sono un po fumosi. Il decreto prevede infatti motivi imperativi di pubblica sicurezza. In effetti, per molti soggetti espulsi svolgere attività criminali è perfettamente normale, tanto da aver ammesso, al processo, di guadagnare con lo spaccio di droga o con lo sfruttamento della prostituzione. Ma in teoria, vista lampia discrezionalità data ai prefetti, possono essere espulsi anche soggetti senza alcun precedente penale, in nome di una presunta pericolosità latente. E il rischio che il ricorso contro lespulsione venga accolto è concreto».
Si riferisce anche alle prime espulsioni di Milano?
«Certamente. Gli avvocati difensori hanno svolto il loro compito con estremo rigore. Non è stata una difesa di stile, ma ha seguito una logica di accoglimento che potrebbe essere decisiva».
Quando avverranno, secondo lei, le prossime espulsioni? E quante saranno?
«Non posso fare alcuna previsione numerica su quanti saranno gli individui che il prefetto riterrà di espellere. Peraltro, negli ultimi mesi le espulsioni erano diminuite notevolmente».
Qualcuno ha detto che i giudici di pace sono inadeguati a decidere le espulsioni...
«Come il presidente delle Camere penali, Oreste Dominioni.
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