Tra nostalgici e rottamatori Storia di un partito mai nato

Gli ultimi in ordine di arrivo sono i cosiddetti «rottamatori», capitanati dal sindaco di Firenze Matteo Renzi, massimo teorico di un pensionamento di massa dei «vecchi» politici del Partito Democratico. Ma la storia del Pd è quella di un partito mai nato, dopo la fusione a freddo fra Ds e Margherita, divorato internamente da un nugolo di correnti: non a caso D’Alema definì il Pd «amalgama mal riuscito».

C’è chi sta con l’attuale leader Pier Luigi Bersani, che nel 2009 vinse la corsa alla segreteria con il 53% dei voti, chi è più vicino alla corrente cattolica di Franceschini, il leader precedente, chi, lui in primis, sogna il ritorno alla guida del primo segretario Walter Veltroni, che non a caso negli ultimi giorni è tornato alla carica lanciando l’idea di un governo di «decantazione» per le riforme, peraltro archiviando il suo cavallo di battaglia di un partito a vocazione maggioritaria. In perenne sofferenza i cattolici teodem, che vivono da emarginati in casa e con la valigia sempre pronta.

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