Cronaca locale

«La nostra musa è il palcoscenico»

I musicisti della Piccola Orchestra suonano insieme ma sono indipendenti

«La nostra musa è il palcoscenico»

Igor Principe

Quando vinsero Sanremo nel 2000 con il brano Sentimento si ebbe la sensazione che il Festival della Canzone Italiana stesse tornando alle sue origini: quelle della canzone colta. Dove il testo non si trastulla in facili rime baciate ma le cerca con invenzioni letterarie. E dove la musica, incastonata in raffinati arrangiamenti, segue la melodia semplice ma non banale, pescando richiami nella miglior tradizione operistica nazionale.
Non fu un'apparizione improvvisa. La Piccola Orchestra Avion Travel aveva già offerto tre anni prima un preludio di quella vittoria con un altro brano con quei connotati: Dormi e sogna. Vinsero il premio della critica e conquistarono il grande pubblico, complice una frase nella canzone che ripeteva per una dozzina di volte la parola «nera», fissandosi nella mente come una specie di tormentone colto.
«Tornare a Sanremo? Perché no? Ci ha dato molto, non ci sentiamo di escluderlo. Anche se adesso non è nei nostri programmi». Peppe Servillo è il cantante degli Avion Travel, e pare pensare più all'immediato. Cioè al concerto che stasera il gruppo terrà all'Idropark Fila (ore 21.30) per la rassegna Idroscalo in festa, condividendo il palco con un duo cui è legato da una forma di parentela artistica, Petra e Ferruccio. Ovvero Petra Magoni, voce jazz che non disdegna incursioni nella lirica e nel pop, e Ferruccio Spinetti, contrabbassista degli Avion Travel.
«Loro due ci introducono - dice Servillo (fratello dell'attore e regista Toni, ndr) - e sicuramente ci sarà spazio per qualche brano cantato insieme. Una cosa che caratterizza il nostro modo di essere un gruppo è la libertà per ciascuno di seguire progetti singoli. L'occasione di andare altrove può portare qualche rischio, ma anche una rinnovata creatività».
L'ultima fatica discografica degli Avion Travel è Poco mossi gli altri bacini, che risale al 2003. Dopo, solo una raccolta di successi pubblicata in Francia e in Olanda. Crisi artistica? «No, solo molta musica dal vivo, anche negli Stati Uniti - prosegue Servillo -. Noi ci esprimiamo soprattutto con i concerti; infatti la nostra musica nasce prima per il palco e poi per il disco. È un atteggiamento che ha pregi e difetti. I primi sono nel fatto di poter fare musica e crescere artisticamente anche in momenti critici come quello attuale. I secondi, di rimando, nel trascurare quell'oggetto artistico di valore che io ritengo sia un disco».
Parlare di pirateria, internet e musica scaricata in barba a regole più o meno rigide è un attimo. Tuttavia, Servillo non cerca alibi che sviino il discorso da un aspetto più ampio. «Sì, il problema esiste. Ma è inserito in un contesto che include la poca considerazione in cui si tiene oggi la cultura e nella difficoltà che la canzone incontra nel raccontare l'attualità. Forse è un calo fisiologico, naturale. Però vedo che si sono moltiplicate le occasioni per prodotti di bassa qualità, e che c'è anche molta autoreferenzialità tra artisti. Ognuno sta un po' sulle sue, insomma».
E si sa che quando gli artisti non dialogano ciò che si ferma è la circolazione delle idee, alimento base di ciò che si definisce cultura. Dialogo che invece gli Avion Travel hanno con altre forme d'arte. Il teatro: ha fatto storia il loro spettacolo con Fabrizio Bentivoglio, La guerra vista dalla luna. E il cinema, con le loro canzoni prestate ai film di Mimmo Calopresti. «È un buon dialogo, quello tra canzoni e film - dice Servillo -.

Magari a senso unico: è più facile che un cineasta scelga un bel brano già edito piuttosto che un musicista componga una canzone apposta per una pellicola».

Commenti