«La nostra trasgressione? Fare il gossip educato»

Bisogna unire gli scatti ai video. Aprirò un canale tv

«La nostra trasgressione? Fare il gossip educato»

Fotografa ricchi e potenti, famosi e sconosciuti d’Italia. Marco Durante ha fondato LaPresse 15 anni fa a Torino. Oggi per la sua agenzia lavorano 500 fotografi nel nostro Paese, più altri migliaia in tutto il mondo, grazie all’accordo per la distribuzione con Associated Press. «Ho comprato i diritti nel 2007, per 17 milioni di euro. La nostra svolta».
Quante immagini controlla in Italia?
«L’83 per cento dei giornali ha un contratto con noi».
Il fai da te vi spaventa?
«No. Abbiamo un fotografo alla Casa Bianca, uno a Teheran. Siamo ovunque. Negli ultimi quattro anni i nostri ricavi sono aumentati del 58 per cento».
Foto e gossip sono tutt’uno. Soprattutto in questo momento...
«La politica è entrata nel gossip, e il gossip nella politica. Non deve succedere».
Però è successo. Come mai?
«Nel gossip normale non c’è più notizia. Ci sono i protagonisti del Grande fratello, i tronisti. Ma il gossip è indispensabile a molti giornali: senza certe foto non venderebbero, sono le vere notizie».
Quanto incide il gossip sui guadagni?
«Il nostro obiettivo è documentare l’attualità. Però il pettegolezzo fa fare soldi: bisogna averlo per forza».
Quanti soldi?
«Triplica il valore di un’immagine. Se una foto di Simona Ventura in trasmissione, posata vale 100 euro, una sua foto al mare ne vale 300».
Il sistema può degenerare?
«Diciamo che bisogna saperlo gestire».
Dopo la vicenda Corona il mondo del gossip è cambiato?
«Ha scoperchiato una situazione, sulla quale per anni tutti hanno fatto un po’ finta».
Sapevano tutti come funzionava il sistema, gli scoop?
«In Italia i giornali ricevono foto da sempre. Il gossip c’è sempre stato e continuerà a esserci».
Dopo lo scandalo niente?
«Il mercato è cambiato. Una foto che due anni fa valeva 20mila euro, oggi ne vale 7mila. Un servizio del vip in Sardegna, al sole, che valeva 3 o 4mila euro, oggi si vende a mille. Reggono le grandi esclusive, come il ballo delle debuttanti: vale circa 60mila euro».
Una foto che oggi può valere tantissimo?
«Tutti vorrebbero una foto di Noemi in topless. Può costare anche 15mila euro».
Che altro è cambiato in questi anni?
«Il futuro è unire fotografie e riprese video. È il nostro progetto, insieme a quello di un canale tv: proporremo news e gossip pulito».
E com’è il gossip pulito?
«Niente di spinto, magari Sharon Stone che fa shopping, Alba Parietti al mare. Il vip che passeggia a Roma o a Formentera».
Qual è il limite?
«Non c’è volgarità».
Vi affidate ai paparazzi?
«Non facciamo travestire i fotografi... Ho gestito il matrimonio di Emanuele Filiberto. C’era un paparazzo molto famoso, vestito da prete».
Come l’ha riconosciuto?
«In chiesa gli agenti mi hanno detto: è un carmelitano scalzo, sta pregando. Ma appena mi sono avvicinato ci siamo riconosciuti e l’ho accompagnato fuori. L’ho trovato anche al funerale dell’Avvocato Agnelli».
Sempre vestito da prete?
«No, lì era in giacca e cravatta. L’ho comunque accompagnato fuori».
È vero che l’Avvocato la chiamava alle 5 del mattino?
«No, non alle 5. Alle 7, magari. È stato il mio maestro: aveva un carisma particolare, mi chiamava Marcolino».
C’è una foto che vorrebbe?
«Per me contano le foto che fanno la storia.

I nostri archivi partono dal 1930, abbiamo quelli dell’Istituto Luce, di Mussolini. La firma della Costituzione, l’ultima foto pubblica dell’Avvocato con Ciampi. Sono le foto che si ricordano. Non il vip in spiaggia: questo fa parte delle vendite, non della storia».

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