«La nostra voce ora si sente. E vogliamo vivere la città»

Qualche mese fa Giovanni, in sedia a rotelle dalla nascita, aveva di deciso di non andare più al cinema talmente era faticoso trovare un posticino per la sua carrozzina: «Guarderò solo dvd» aveva giurato. Alessia, 15 anni, era stata invitata a uscire dalla Scala perché i suoi vocalizzi disturbavano lo spettacolo.
Sembra non esserci spazio per i disabili. Ma qualcosa sta cambiando. «Proprio così - conferma Marco Rasconi, presidente della Ledha di Milano - I disabili stanno cominciando a far sentire la propria voce, denunciano barriere e problemi. Hanno voglia di uscire di casa e di vivere la città». Devono poterlo fare. Per questo la Ledha lancia un appello alle istituzioni: «Utilizzateci. Usate le associazioni di volontariato per studiare i nuovi progetti urbanistici. Conviene a tutti, ai disabili e a chi amministra. Si riducono costi e tempi e si crea una città più vivibile». La strada da fare è parecchia. «Atm - spiega Rasconi - certifica che il 68% degli accessi al metrò è utilizzabile anche da chi è in carrozzina.

Ma il dato è utopico. Credo piuttosto che gli accessi davvero per tutti siano meno della metà: non vengano infatti considerati i montascale. Sono lentissimi, si rompono, non funzionano e non ispirano molta fiducia a chi ci sale».

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