Alberto Priori è uno dei neurologi più noti dItalia, insegna allUniversità statale di Milano. Ha appena condotto uno studio che verrà presentato al convegno «Neuro-mania» e che mira a dimostrare come nelle scelte economiche e morali intervengano anche parti molto antiche del cervello: i gangli della base. Parti a cui normalmente si attribuiscono risposte «automatiche» e lontane dalle «raffinatezze» intellettuali della corteccia cerebrale.
Professor Priori ma uno studio tipo il suo non si porta dietro una concezione deterministica?
«Indubbiamente sì, e questa è la concezione generale che ispira il convegno. Il sottotitolo Il cervello non spiega chi siamo è ovviamente provocatorio. Il cervello spiega benissimo chi siamo. Può piacere o non piacere, può scatenare un dibattito dal punto di vista etico, ma è un dato di fatto... E questo determinismo ci consente di capire da dove scaturiscono alcuni fenomeni patologici e di capire come curarli».
Ma il libero arbitrio, dove va a finire?
«Cosa cè di libero? Io non sono un filosofo ma al libero arbitrio credo poco. Mettiamola così: qualsiasi decisione libera prenda il cervello ha dei precisi correlati deterministici».
Banalizzando, allora lhardware del nostro cervello conta moltissimo... Forse più del software?
«Nel cervello, mantenendo la sua metafora, hardware e software sono assolutamente interdipendenti. Si modificano a vicenda. È questo che rende il cervello molto più sofisticato di un computer. Il cervello si adatta in pochissimo tempo, se una parte si danneggia può supplire con unaltra. Ciò non toglie che lhardware ha un ruolo di assoluta rilevanza. E studiarlo ci consente di capire dei processi importanti».
E cosa cambia dopo lo studio che avete condotto?
«Adesso sappiamo che nelle decisioni di tipo più complesso intervengono delle parti del cervello che si credeva facessero tuttaltro. Parti di cervello che abbiamo in comune persino con i rettili».
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