Roma«Il nostro interesse come governo è che Telecom resti italiana. Lho detto ad Alierta, lho detto anche a Bernabé». Il viceministro dello Sviluppo e responsabile delle Comunicazioni, Paolo Romani, ha voluto fare chiarezza sui destini del principale operatore tlc nazionale. Daltronde, la questione è oggetto di valutazioni anche in Brasile dove le competenti autorità stanno verificando che i due gruppi restino separati e non limitino la concorrenza. Ieri Romani ha incontrato lomologo sudamericano Costa e ha ribadito che i brasiliani «sono favorevoli alla permanenza di Telecom».
Le dichiarazioni del viceministro sono collegate alla realizzazione di uno degli obiettivi più ambiziosi dellesecutivo Berlusconi: il superamento del digital divide in Italia, ossia la possibilità per tutti i cittadini di accedere a un collegamento Internet a banda larga entro il 2012. Solo in questo modo, hanno sottolineato Romani e il consulente Francesco Caio che ha predisposto un rapporto ad hoc, sarà possibile realizzare la digitalizzazione della pa promossa dal ministro Brunetta.
Come fare? Ad oggi 7 milioni di italiani vivono in zone dove i servizi Internet sono inadeguati. Gli investimenti, soprattutto nelle reti in fibra ottica, sono rallentati. «Con 1,1-1,3 miliardi di euro - ha sottolineato lex manager di Omnitel e di C&W - si può offrire a tutta la popolazione italiana un servizio a banda larga sufficiente» intervenendo sulla rete tradizionale.
E il governo - ed è questa la novità principale - i soldi li ha già messi sul tavolo: 1,2 miliardi di euro per il potenziamento delle infrastrutture ai quali dovranno aggiungersi almeno 200 milioni da parte degli operatori privati. «È unoperazione anticiclica - ha detto Romani - perché con 1,5 miliardi di intervento potremo far crescere il pil di 2 miliardi». E, se si parte subito, si potranno metter su 35mila microcantieri che daranno lavoro a 50mila persone le quali entro il 2012 dovrebbero terminare le opere.
Lesecutivo ha già fatto gli adeguati stanziamenti (800 milioni contenuti nel ddl Sviluppo dovrebbero essere liberati dal Cipe a fine mese nonostante le perplessità del ministro Tremonti sul provvedimento), ma il problema, hanno rilevato sia Romani che Caio, è come coinvolgere anche Telecom nella partita. Con il peso di 36 miliardi di indebitamento gli investimenti non rappresentano certo una priorità.
«È nostro interesse che Telecom resti italiana Puntiamo 1,2 miliardi sulla banda larga»
ROMANI Il viceministro presenta il rapporto Caio Scorporo della rete? È solamente unipotesi
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