Notte in pullman per incontrare il papa

A fine cerimonia, Ratzinger accoglie 15 ragazzi. A una di loro chiede il titolo della tesi

da Roma
Hanno passato la notte in pullman. Erano in 1.200 alla partenza da piazza Sant'Ambrogio, alle 23 di giovedì. E a Roma - 8 ore dopo - si sono ritrovati con i colleghi di Brescia e Piacenza. Un piccolo esodo di studenti della Cattolica arrivati ieri mattina nella sede romana dell'ateneo, che comprende anche il Policlinico Gemelli, per l'inaugurazione dell'anno accademico alla presenza di Papa Benedetto XVI.
«Un giorno di gioia speciale», lo definisce il cardinale Camillo Ruini, presidente Cei, durante la messa di inizio anno nella chiesa (stracolma) del Sacro Cuore. «Siamo qui per il Papa, certo», racconta Salvatore, siciliano, studente di medicina a Roma che ha appena incontrato la sorella, arrivata in uno dei 15 pullman partiti da Milano. «È una giornata speciale», dicono Eleonora di Pavia e Manuela, lecchese, camminando svelte dietro le transenne: il Papa sta arrivando.
Benedetto XVI saluta i ragazzi ed entra nell'auditorium. Il primo a prendere la parola è Lorenzo Ornaghi, il rettore della Cattolica, in toga nera ed ermellino. Ringrazia il Papa per il «dono speciale», ricorda il viaggio degli studenti lombardi per arrivare a Roma e si sofferma sulle sfide che attendono l'ateneo: «Questo sarà un anno accademico diverso dagli altri. Gli studenti chiedono di avere un dialogo più forte con i docenti, i docenti di sviluppare la ricerca. L'università avrà bisogno di nuovi spazi, in tutte le sue sedi», dice richiamando la vocazione «di servizio» alla Chiesa e alla società dell'ateneo. Poi tocca a Dionigi Tettamanzi. L'arcivescovo cita Paolo VI: «Durante un'udienza a professori e studenti di questo ateneo, nel ’64, disse che la Cattolica non deve temere di apparire differente e originale», dice il cardinale, presidente dell'Istituto Toniolo, Istituto che - spiegherà lo stesso Papa - assicura il legame tra la Chiesa e l’ateneo fondato da padre Gemelli. «Ora attendiamo la sua parola», dice Tettamanzi rivolgendosi al Santo Padre, seduto al centro del grande palco.
Lo aspettano i docenti, i presidi delle 14 facoltà in toga nera, il personale e soprattutto i ragazzi. Nell'auditorium sono entrati in 200 (i rappresentanti negli organismi d'ateneo), davanti al maxischermo montato all'esterno sono molti di più. Le loro grida arrivano all’auditorium quando il Papa dice: «Vorrei che tutta la famiglia della Cattolica fosse qui». Arriva il momento dei saluti. Docenti e autorità sfilano davanti al Santo Padre.

C'è anche il presidente della Provincia Filippo Penati: «Sono emozionato, è il primo Papa che incontro di persona, ma gli ho solo stretto la mano». Poi è la volta degli studenti, 15, estratti. «Mi ha chiesto che facoltà facevo e mi ha detto: “L’economia è importante” - racconta Emmanuele -. A una mia amica di Sociologia ha chiesto anche il titolo della tesi!».

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