RomaNon ha certo bisogno di iscriversi ai gruppi su Facebook che rilanciano dal social network gli strali di «quelli che la notte del terremoto non ridevano», e che manifestano sdegno per le parole di uno degli imprenditori intercettati nellindagine fiorentina che, invece, guardava al lato «economico» della catastrofe. Guido Bertolaso non si è divertito mentre la terra tremava.
Lavorava. O meglio, «si occupava esclusivamente dei soccorsi ai terremotati». Non lo dice lui né il suo avvocato, e il virgolettato non arriva nemmeno da una nota della Protezione civile. Lo mettono nero su bianco proprio gli inquirenti toscani, le stesse toghe che hanno scelto di indagarlo nellinchiesta sugli appalti per il G8. Lo scrivono in una richiesta di proroga di una serie di intercettazioni nella quale, però, annotano di aver sospeso lascolto delle telefonate di Bertolaso. Pentimento? Imbarazzo? Forse. Sicuramente una presa datto. Il capo della protezione civile, annotano infatti, «a seguito del noto evento occorso allAquila» è permanentemente impegnato per lemergenza. E «dunque, non pareva proficuo allo stato proseguire i servizi tecnici a suo carico», concludono. Insomma, Bertolaso per la procura di Firenze è un potenziale corrotto sì, ma a intermittenza. Mazzette e donne, entrambe senza prove, le accetterebbe solo lontano dalle emergenze. E mentre cè chi, agli atti della stessa inchiesta, viene intercettato mentre si lecca i baffi pensando al business della ricostruzione, del suo operato in Abruzzo persino i magistrati sembrano fidarsi ciecamente. Tanto da spegnere il registratore, concentrandosi sugli altri indagati.
Eppure su Bertolaso cè agli atti un fascicolo del Ros: «Conversazioni riferite allevento sismico che ha colpito lAbruzzo in data 6 aprile 2009». Appena sei pagine, che raccolgono le intercettazioni del capo della Protezione civile a cavallo del terremoto. Ci sono le telefonate con cui Bertolaso viene avvertito degli allarmi di Giuliani e si infuria, cosa che peraltro fece pubblicamente sulle pagine del Corriere della Sera. E cè la chiamata alle 3.38 di notte che lo avvisa della scossa che ha sconvolto lAbruzzo. Bertolaso, come detto, non ride. E non pensa nemmeno agli appalti. La prima cosa che dice è «comunque subito tutti in Sala Operativa».
Che ci faccia quella roba, che magari ha un valore come documento, più che come prova, tra le ventimila pagine di uninchiesta giudiziaria su presunti abusi in una serie di appalti per i «Grandi Eventi» non è chiaro.
La notte del sisma i pm si vergognarono di spiare Bertolaso
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