Federico Casabella
«Ci siamo concessi, e la critica ci ha concesso, troppe attenuanti: è venuto il momento di non crearsi più alibi e lavorare in silenzio», così Walter Novellino tornando ad analizzare a freddo la crisi della Sampdoria che, dopo la sconfitta contro il Parma di sabato scorso, ha raccolto l'ottava sconfitta nelle ultime nove partite. Un «mea culpa» molto forte quello fatto dal tecnico della Samp, mai così profondo nell'analizzare quelli che sono i problemi della sua squadra in questo campionato.
Una situazione che non ha un'origine precisa, che arriva da un mix di elementi: la preparazione atletica che non ha funzionato in tutto e per tutto, condizionata anche dalle tante partite che hanno «spremuto» i blucerchiati fino a metà febbraio, contribuendo agli infortuni che hanno segnato la stagione. Una fragilità mentale che condiziona non solo il rendimento ma soprattutto i risultati, ed una carenza nell'organico che ha limitato l'organizzazione tattica di Novellino. Tre elementi che segnano una crisi, come ammette lo stesso allenatore: «Oggi, dobbiamo analizzare i problemi a 360 gradi sotto l'aspetto fisico, tecnico e mentale: - spiega Novellino- è venuto il momento di smetterla di fare le vittime. Due mesi fa eravamo una squadra in forma elogiata da molti, ci consideravamo dei bravi scolaretti, dobbiamo dimostrare sul campo che non siamo diventati tutto assieme dei somari».
C'è chi pensa che la crisi di risultati in casa blucerchiata sia anche la conseguenza dei tanti contratti in scadenza dei giocatori che distoglierebbero l'attenzione dei giocatori dalla causa sampdoriana. Sono ben sette, infatti, i tesserati in scadenza di contratto di cui cinque (Antonioli, Castellini, Tonetto, Volpi e Flachi) titolari inamovibili, ma su questa analisi Novellino frena: «Non credo proprio che questo sia il problema - continua -. Avete visto anche sabato qual è stata la reazione nervosa di questa squadra dopo il gol, segno dell'attaccamento alla maglia. Quello che è venuto a mancare a questi ragazzi è l'autostima. Questa cosa l'ho notata soprattutto quando siamo usciti per discutere con la tifoseria, dopo la gara con il Parma. Si sono presi tutti gli insulti senza reagire: hanno perso la grinta, avrebbero dovuto tentare di rispondere ai tifosi».
E, a proposito di contestazione, il pubblico sembra fin troppo composto. Neanche ieri a Bogliasco si è avvertita l'ombra della protesta. Una situazione che fa pensare ad una sorta di distacco, come quello della gradinata sud di sabato, che ha scelto di snobbare i giocatori: «L'indifferenza è peggio della contestazione - commenta amaro il tecnico - Va apprezzato il pacato disappunto con il quale si stanno muovendo i nostri tifosi. Questi sono periodi neri che capitano a tutte le squadre.
Ieri Foti e Colombo hanno lavorato a parte, mentre si è rivisto sul campo Bonazzoli. Oggi pomeriggio partitella contro la squadra Primavera di Attilio Lombardo.
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