Paolo Giovanelli
da Milano
Via libera «politico» dei sindaci di Milano, Brescia e Bergamo allaggregazione tra Aem e Asm. Ieri Letizia Moratti, Paolo Corsini e Roberto Bruni si sono incontrati per dare lavvio a un progetto che permetterà di creare un gruppo che servirà 2,2 milioni di clienti nelle province di Milano, Brescia, Bergamo e Como e avrà una capitalizzazione di circa sei miliardi di euro. Naturalmente, hanno sottolineato i tre primi cittadini, con lo scopo di consentire ai Comuni «di essere nelle condizioni di presentare servizi migliori a prezzi migliori». E di dare risultati di bilancio migliori di quelli comunque già brillanti di oggi e soprattutto di essere più competitivi in un mercato ricco, ma che si farà in futuro sempre più difficile: «Unintegrazione è possibile soprattutto considerando levoluzione del contesto competitivo che pone alle aziende locali nuove sfide di crescita - ha sottolineato la Moratti -; allo studio, oltre al piano industriale, ce nè anche uno finanziario». Il nuovo gruppo, ha aggiunto, «farà un salto notevole in termini di massa critica». E Corsini ha rilevato che Aem-Asm andrà a confrontarsi con «grandi operatori europei come E.On ed Edf».
E, mentre si pensa già al piano industriale congiunto che dovrebbe essere varato entro fine anno, si fanno anche i conti sul peso che i Comuni avranno nella società che deve nascere. Come abbiamo riportato già ieri, nella nuova realtà il Comune di Brescia scenderà dal 60,2% di Asm al 28,1%, quello di Milano dal 43,4% di Aem al 25,7% e quello di Bergamo dal 5% di Asm a circa il 2%. Così cè chi pensa a come riequilibrare (o equilibrare in modo diverso) lassetto che potrebbe nascere. Il sindaco di Milano, Letizia Moratti, ha parlato di rendere «Aem più simile per modello di business ad Asm», inglobando in Aem la gestione dellacqua, ora affidata alla Metropolitana Milanese, e quella dei rifiuti, ora in carico allAmsa: «Il confluire di Mm e di Amsa in Aem è lunica ipotesi di holding tra le società municipalizzate milanesi» ha detto la Moratti. Ma è chiaro che conferendo due realtà così importanti nella nuova aggregazione, il peso azionario del Comune di Milano ne verrà accresciuto in maniera proporzionale. E questo non solo in funzione dellaccordo con Brescia, ma anche, e soprattutto, di quelli che potrebbero venire con gli emiliani di Enìa e i romagnoli di Hera.
Così la partita, al di là della volontà (e della necessità) di arrivare a fare laggregazione, non sarà facilissima. I sindaci hanno sottolineato di aver sentito in materia sia il parere del governo, sia quello del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. Alleanze come queste si fanno certamente sulle sinergie industriali, ma troppo spesso si arenano sulle divergenze politiche. Ed è proprio quello che la riunione di ieri voleva evitare.
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