Nuda incinta in copertina Prima volta di un’araba

L'ex presentatrice di programmi per bambini sulla copertina di una rivista in Marocco con la posa di Demi Moore. Ma nel Paese scoppia uno scandalo. La Larguet: "Inattesa modernità"

Nuda incinta in copertina 
Prima volta di un’araba

Ha scioccato politici, religiosi e comuni cittadini. Nonostante abbia solo imitato l’immagine di una star hollywoodiana come Demi Moore. Ma Nadia Larguet non è americana. E la sua foto, nuda e incinta, sulla prima pagina della rivista marocchina Femmes du Maroc ha stupito tutti.

Ripresa di profilo Nadia Larguet, ex presentatrice di programmi per bambini e moglie del direttore del centro cinematografico marocchino, ha una mano sul seno e l’altra sul ventre. Ricorda la posa di Demi Moore che, anche lei in attesa di un bebè fece nel 1991 per la rivista americana Vanity Fair. Pubblicità e riviste di moda mostrano da tempo modelle variamente abbigliate o solo coperte di biancheria intima, ma è la prima volta in un Paese islamico che una donna si mostra nuda e per di più incinta. Nadia Larguet ammette di non aver avuto alcuna esitazione a posare per la foto. «Di sicuro - ha detto - questa immagine scioccherà molte persone, ma offrirà anche un soffio di inattesa modernità, ed è questo ciò che sorprende e invita alla riflessione». «Peraltro questo corrisponde alla mia concezione di libertà e di indipendenza», ha aggiunto, raccontando che su sua richiesta nello studio dove è stata scattata la foto c’erano solo il fotografo, la truccatrice e la giornalista Myriam Jebbor.

Lo scorso maggio era toccato alla neonata rivista Jasad («Corpo» in arabo) - pubblicata in Libano e sempre più diffusa nei Paesi arabi - finire nel mirino dei fondamentalisti come prima rivista letteraria «erotica». Per la prima volta in un periodico arabo sono state infatti stampate liberamente fotografie e nudi di particolari anatomici maschili e femminili. Il sottotitolo del giornale racconta il mondo in cui si muove: «Rivista culturale periodica specializzata nelle letteratura, le scienze e le arti del corpo». Temi che in Occidente sarebbero innocui ma che in Medio Oriente diventano pericolosi. E infatti le polemiche e non solo quelle non sono tardate ad arrivare. Sia la rivista, sia la sua direttrice, Jomana Haddad, hanno ricevuto minacce.
Prima è stata la volta degli attacchi dei cristiani maroniti, poi del Forum delle donne libanesi: «Con la scusa degli articoli culturali, la rivista spinge alle più basse pulsioni. E spiega come si fa sesso: non c’è bisogno di spiegarlo, questo va contro le tradizioni culturali del popolo arabo». E ancora, gli Hezbollah, che non hanno usato il guanto di velluto: «Questi sono strumenti dell’Occidente per distogliere la nostra gente da altri temi».

«Una pubblicazione come la nostra non ha precedenti in questo mondo», ha difeso il suo prodotto la

direttrice Jomana Haddad. «Facciamo queste copertine di nudi perché vogliamo rompere uno dei più radicati tabù arabi: mostrare il corpo, amarlo, farne un modello. Dobbiamo smetterla di considerarlo qualcosa di cui vergognarci».

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