Nunzio D’Erme, la rivoluzione a stile libero

Claudia Passa

«Veltroni? È un nostro amico...». Era il 30 ottobre dello scorso anno, le truppe di Action sfilavano per le vie della capitale al grido di «okkupazione, requisizione», e in un botta e risposta col Giornale Nunzio D’Erme, giubba verde annodata in vita e occhiali a specchio, si lasciava andare a dichiarazioni d’affetto nei confronti del Primo cittadino. Non che ci siano collegamenti, per carità, ma a ripensarci vien da sorridere se si butta un occhio sulla missiva inviata negli ultimi giorni dal IV municipio all’associazione «La piscina Crawl 2000», titolare della concessione per la piscina comunale di via Gran Paradiso numero 93, a Montesacro.
Il testo della lettera è scarno, essenziale: poche righe per dar conto del rinnovo della concessione – che risale al 1999 – per la bellezza di ulteriori dodici anni, «a partire dal giorno successivo alla scadenza di quella in vigore». Prezzo stabilito per la gestione dell’impianto a decorrere dallo scorso mese di settembre, 348,27 euro mensili «salvo eventuale conguaglio», scrive la dirigente del IV municipio. Poco più di quanto un cittadino spende per prendere in affitto un box auto, con i tempi che corrono. Il tutto, è specificato nella missiva (ufficializzata col protocollo numero 14719), in ossequio ad una delibera, la numero 541, approvata della Giunta comunale il 26 ottobre del 2005.
Non è tutto. Cosa c’entra infatti Nunzio D’Erme, leader indiscusso di Action (con annessi guai con la giustizia), punta di diamante dei Disobbedienti capitolini, consigliere comunale transitato dalle file di Rifondazione comunista a quelle del gruppo misto, con la piscina di via Gran Paradiso e chi la gestisce in concessione? La risposta è semplice, e si trova nell’atto costitutivo dell’«associazione senza scopo di lucro La piscina Crawl 2000», stipulato il 9 dicembre 1998 in uno studio notarile a Lungotevere della Vittoria. Fra i venticinque nomi degli «associati promotori fondatori» rigorosamente menzionati con tanto di generalità, spicca infatti proprio quello di tal Nunzio D’Erme, nato a Roma il 12 aprile 1962, «istruttore di nuoto».
Senza dubbio si tratterà di una coincidenza, di un beffardo scherzo della sorte. L’ennesimo. Sia come sia, la presenza del nome di D’Erme nell’atto costitutivo dell’associazione, lungi dal dipanare i dubbi comunque sollevati sull’opportunità di rinnovare per dodici anni, per mezzo di una delibera, a prezzo irrisorio, la concessione per la gestione di una struttura sportiva comunale, ha finito col rinfocolare la polemica già sollevata dal consigliere di An in IV municipio Fabrizio Bevilacqua. «Sono esterrefatto – afferma Bevilacqua -. Indipendentemente dalla presenza di D’Erme fra i soci fondatori dell’associazione, che comunque la dice lunga, è inaccettabile che l’unica struttura sportiva pubblica del IV municipio, che dovrebbe essere il fiore all’occhiello per i cittadini, venga svilita, svenduta in concessione a un prezzo ridicolo, senza neppure un bando pubblico.

Gli amministratori di questa città non fanno altro che parlare di trasparenza, di rilancio delle periferie, ma poi alla prova dei fatti ecco cosa succede. E purtroppo – conclude Bevilacqua – la vicinanza delle elezioni non fa che alimentare il sospetto che la politica possa entrarci qualcosa...».

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