A rigor di statistica il più è fatto. Per lo scudetto e per la Champions. La Samp ieri le ha dato una mano, ora tocca al Barcellona. Quest’anno l’Inter è una squadra da trasferta. In campionato ne restano due. Il pedigree di Champions è una serenata, quello di campionato traballa un poco (4 sconfitte che poi sono tutte quelle finora subite) ma è garantista: solo una volta senza gol. Qualcuno penserà: ma che dire della trasferta a Barcellona? L’Inter perse 2-0 e ancor oggi risulta l’unica sconfitta nerazzurra in Europa. Sarebbe il tanto per rispedirla a casa senza biglietto per Madrid.
Vero, ma oggi quell’Inter è molto più sicura e consapevole di se stessa. Ne ha fatta di strada. C’è molta più forza nella testa di tutti, naturale convinzione di essere diventata una squadra da competizione. Non ha più la paura di perdere, ripete Mourinho ed è la grande arma sulla quale conta per sbarcare dall’altra parte della Spagna. Un allenatore può essere un fenomeno (e Mou non lo è), ma se i giocatori non hanno convinzione e determinazione, se non c’è chi fa la differenza in campo, se Milito non segna e Sneijder non inventa, se ogni attimo non è sfruttato per imporre la propria forza e bravura, una squadra diventa un castello di carta.
Ed allora come avrà preso Mourinho, ma tutta l’Inter in genere, il responso medico di ieri? Sneijder ha un leggero stiramento al retto femorale della gamba sinistra. Oggi non giocherebbe, mercoledì chissà! Nemmeno un gatto nero avesse traversato la strada durante la partita con l’Atalanta. O fosse passato davanti alla porta dello spogliatoio, prima di rientrare in campo. L’olandese è abituato a recuperi straordinari, si è sempre trovato in difficoltà fisica nelle ultime vigilie di coppa. Ma il suo sfogliar di margherita sarà votato al “ci provo”. Ad Appiano ne hanno visti tanti e ne hanno passate tante. Nel passato qualcuno ha fatto il furbo nascondendosi dietro i muscoli delicati. Qualche medico si è dovuto imporre e rischiare la faccia per costringere giocatori a scendere in campo. Nonostante quel dolorino...
Aggiungete che un recupero all’ultimo, sarebbe il puntello ideale alla scaramanzia nerazzurra, in certi casi esilarante. Sneijder si è trovato in dubbio più di una volta, ma poi ne ha cavato gran partite e qualche gol. Non a caso fa parte del magnifico poker di marcatori che, in trasferta, ha trascinato la squadra in coppa. Anzi è il capocannoniere, avendo realizzato due reti decisive: il 2-1 alla Dinamo Kiev, e l’1-0 al Cska Mosca. Gli altri sono Milito, Eto’o e Stankovic, però squalificato.
La buona stella delle partite esterne racconta pure che la squadra deve allenarsi ad Appiano il martedì della partenza. E così sarà. Accadde prima di Stamford Bridge (Chelsea) e fu un successone. Il conto delle trasferte 2010 (Champions o campionato) dice che l’Inter ha segnato sempre almeno un gol, tranne a Napoli (0-0) ed è un’altra buona notizia portata dallo stellone chiamato a vegliare sui sogni di gloria.
Ma è chiaro che, senza Sneijder, la squadra rischia una leggera zoppia. L’olandese regala tranquillità ai compagni, forza all’attacco, sicurezza ai centrocampisti, è unico nel ribaltare il gioco. Cambiasso è il regista in fase difensiva, lui gestisce quella d’attacco: rombo o fisarmonica, comunque sia chiamato il modo di giocare, lascia l’impronta.
E non è un caso che i sette rinforzi ingaggiati da Moratti, abbiano cambiato la faccia europea del gruppo: l’anno passato i nerazzurri giocarono 4 partite all’estero e furono tre sconfitte (ultima con il Manchester U.) e un pari con i ciprioti dell’Anorthosis. Altra storia. C’è differenza così sostanziosa da spingere a pensare che, stavolta, l’Inter se la giocherà con due gol di vantaggio e una colonna vertebrale vera, senza più annacquarsi in quelle scene da western, in quell’assortimento di isterismi che hanno fatto la storia dell’ultimo decennio.
Gli isterismi, per il vero, continuano ad essere componente fondamentale dello spogliatoio: la guerra Mou-Balotelli conferma. L’ultimo violento faccia a faccia di venerdì tra il tecnico, seccato dalla lesa maestà del comunicato di scuse, e il grande Peccatore, ha costretto ad intervenire perfino Moratti, che non gradisce mai l’esserne coinvolto. I problemi fisici di Sneijder forse riporteranno tutti all’armistizio. Balotelli potrebbe servire nella rosa per Barcellona.
Mou lo ha cancellato, ma non è così fesso da rischiare l’autogol. Pandev, forse il miglior vice di Sneijder (nel giocare tra le linee), non sta benissimo. Moratti non perdonerebbe un errore strategico. Vuole gol e qualificazione, non urla e insulti da cortile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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