Raffaela Scaglietta
da Roma
Può succedere di tutto nella «notte prima degli esami» del regista Fausto Brizzi, ma in quella proposta dal ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni e approvata ieri dal Consiglio dei Ministri è meglio non scherzare e farsi bene i conti. Lesame della maturità, istituito nel 1923 da Giovanni Gentile, cambia di nuovo e diventa un esame di ammissione dal taglio da contabile. Ci sarà una nuova composizione delle commissioni desame - ha spiegato il ministro Giuseppe Fioroni - gli studenti saranno ammessi agli esami solo se avranno superato lo scrutinio finale e saldato i cosiddetti «debiti» formativi, contratti negli anni scolastici precedenti, saranno modificati i requisiti di ammissione e la media non potrà scendere sotto allotto in ogni disciplina studiata nel penultimo anno e del sette nei due anni precedenti. Negli istituti tecnici, professionali e artistici ci saranno le prove in laboratorio. Inoltre si ripristinano le commissioni desame miste, composte per metà da commissari interni e per metà esterni, ci saranno le «task-force» ispettive che assicureranno il monitoraggio del regolare funzionamento degli istituti statali e paritari che come «vigilantes» dellordine verificheranno il corretto svolgimento degli esami.
Una stretta sui fianchi quindi e un passo goffo verso la competitività dei numeri scolastici che dovrebbe, secondo il governo, per mezzo di questa riforma, riportare il livello di istruzione italiano agli standard europei ed internazionali. «Salutiamo con soddisfazione questo primo provvedimento sul diritto allo studio fondato su un chiaro principio meritocratico», ha detto Maria Pellegatta (Pdci), vicepresidente della commissione Scuola e Istruzione del Senato. Commenta e contrasta subito la proposta del ministro della pubblica istruzione, il segretario generale dei giovani di Forza Italia, Francesco Pasquali: «Il ministro scrive sotto dettatura dei sindacati. Al centro della sua azione politica non ci sono gli studenti ma esclusivamente le istanze delle corporazioni». Valentina Aprea attacca: «Dove sono le novità dell'esame di stato di Fioroni? Solo plagi legislativi e uno sconcertante ritorno al passato che riconsegna la scuola alle burocrazie ministeriali e sindacali con un rigore fasullo e demagogico che ci allontana dall'Europa e dai Paesi Europei più avanzati dove si pratica la certificazione delle competenze».
Ma cè chi vorrebbe un sistema ancora più rigido.
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