Roma

La nuova mecca dell’arte? Un ex pastificio

Nato nei primi del Novecento per la produzione industriale ora ospita un’insolita fondazione

Emanuela Nobile Mino

Il luogo è spettacolare, la sua storia altrettanto. Il pastificio Cerere (questa la destinazione originaria del complesso d’edifici e cortili dei primi del ’900, nel cuore di San Lorenzo) costituisce, non solo uno degli esempi più riusciti di riconversione di un edificio industriale nel cuore della città, ma un progetto che se inizialmente (a partire dalla fine degli anni '70) sboccia in modo spontaneo attirando nei suoi ampi spazi gli studi di molti artisti (riconosciuti come il Gruppo di San Lorenzo), è divenuto negli anni un punto di riferimento per l’arte contemporanea della capitale, una sorta di quartiere generale della vita artistica romana e non solo. Ormai negli annali la mostra Ateliers svoltasi all’interno dell’ex pastificio nel 1984 a cura di Achille Bonito Oliva che sottolineò per la prima volta l’affascinante aggregazione di artisti che si stava formando in quell’area della città che ancora appariva periferica. Oggi questo luogo, e il fenomeno spontaneo in esso sviluppatosi, trovano ufficializzazione nell’idea del padrone di casa Flavio Misciattelli di costituire al suo interno una Fondazione.
«La Fondazione Pastificio Cerere - spiega Misciattelli - è nata dalla mia esperienza nel pastificio, condividendo tutti i giorni con gli artisti residenti, la stessa passione e lo stesso amore per l’arte. Lo sviluppo culturale di una comunità è l’elemento fondamentale per la sua crescita ed è partendo da quest’idea che ho voluto affiancare al progetto originario, dedicato agli artisti storici della nuova scuola romana, l’idea di promuovere nello stesso contesto l'arte contemporanea a cominciare dai giovani artisti».
Costituita quindi intorno e insieme agli artisti residenti nel Pastificio, gli storici e i nuovi inquilini, la Fondazione Pastificio Cerere, oltre a realizzare una collezione permanente per gli artisti storici, si pone anche nuovi obiettivi e precise missioni: promuovere i giovani artisti; creare un laboratorio che permetterà loro un costante confronto tra le rispettive ricerche; realizzare progetti di utilità sociale che coinvolgano gli artisti nelle attività della città; ospitare interventi site specific e sviluppare quindi quanto più le risorse dello spazio.
Il tutto finalizzato a mettere a frutto le energie che gravitano attorno all’area e a dare al sostegno all’arte contemporanea italiana e straniera, e in questo senso un proposito importante e degno di nota è la possibilità che la Fondazione intende offrire ai giovani artisti di usufruire periodicamente di uno studio all'interno del Pastificio. Uno dei piani della Fondazioni è infatti quello di sviluppare rapporti con altri enti privati e pubblici, centri culturali italiani e stranieri, favorendo uno scambio tra Roma e il bacino nazionale ed internazionale della giovane arte contemporanea.
La sede della Fondazione all'interno del Pastificio (uno spazio di circa 200 mq originariamente destinato allo stoccaggio del grano) si avvarrà successivamente di ulteriori spazi attigui che saranno messi a disposizione per la realizzazione di corsi di pittura, scultura e fotografia.
Il programma espositivo sarà stabilito annualmente e prevede la realizzazione di mostre temporanee della durata massima di tre mesi.
L’esposizione che costituisce il battesimo del progetto ha un titolo piuttosto eloquente «Resident» (inaugurata la settimana scorsa nei locali di via degli Ausoni 7) è infatti dedicata agli artisti residenti: Attardi, Boyden, Ceccobelli, Celestino, Dessì, Florescu, Fumasoni, Gallo, Melotta, Nunzio, Paoni, Pennestri, Pizzi Cannella, Rainaldi, Ravnkilde, Ruffo, Savini, Tirelli, Turco, Valentino. Una mostra che, come precisa Misciattelli, «mette insieme gli artisti storici residenti nel palazzo, in uno spazio comune dove esporre e testimoniare la loro presenza» e che ponga le basi per «un dialogo che favorisca la crescita e la sponsorizzazione di questa ambiziosa iniziativa».
Fondazione Pastificio Cerere Via degli Ausoni 7. Info: 340.5415301. Fino al 21 giugno.

Orario: martedì e giovedì 17-20 e su appuntamento.

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