La nuova Saab riparte dalla sua ammiraglia

BolognaVictor Muller, il patron di Spyker Automobiles, recentemente trasformata in Swedish Automobile Nv, Spa olandese che controlla Saab Automobile, ce la sta mettendo tutta per far approdare il brand svedese a un porto finalmente sicuro oggi rappresentato dalle cinesi Pangda (distribuzione) e Zhejiang Youngman (produzione).
Mancano ancora delle autorizzazioni all’accordo, e intanto la produzione, nello storico stabilimento di Trollhättan, procede con frequenti interruzioni dovute alla mancanza di parti. Questo sembra tuttavia non scoraggiare gli appassionati della marca scandinava che stanno acquistando l’ultima nata, l’ammiraglia 9-5, ora disponibile nella versione berlina che verrà presto affiancata dalla station wagon.
Nonostante i vent’anni di «non gestione» di Gm, Saab ha conservato intatti i suoi valori: sicurezza, prestazioni e comfort interpretati secondo la tipica filosofia aeronautica che trionfa nel vastissimo abitacolo (la Saab 9-5 è lunga 5 metri e larga 1,87). La terra d’origine traspare da ogni dettaglio del design della carrozzeria, scolpita in modo naturale, e degli interni che aspirano al livello premium. Ampia è la scelta tra i motori, con tre unità a benzina (1.6 e 180 cv, 2.0 e 220 cv, e 2.8 litri V6 da 300 cv), tutte sovralimentate con turbocompressore, una tecnologia in cui il brand svedese è stato pioniere, e due turbodiesel, due litri, con potenze di 160 (Tid) e 190 cv (Ttid), i propulsori più gettonati dagli italiani; per la trasmissione (la trazione 4x4 Xwd è disponibile con i benzina da 220 e 300 cv e Ttid) si può scegliere tra cambio manuale oppure automatico, entrambi a sei rapporti.


All’altezza del ruolo sono le dotazioni di serie della 9-5, proposta in tre diversi livelli di equipaggiamento: Linear, Vector e Aero, con prezzi che vanno dai 36.850 euro della 1.6 Linear ai 60mila della 2.8 Xwd, con cambio automatico, in allestimento Aero.

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