La nuova strategia contro il cancro

«Abbiamo vinto alcune battaglie,ma la guerra contro il cancro è ben lontana dall’essere conclusa. Occorre cambiare strategia, lo sostengo da anni». Claudio Cavazza combatte il cancro da decenni in prima linea come presidente della Sigma-Tau, una delle prime aziende farmaceutiche italiane impegnata in Italia e all’estero nella ricerca di nuove efficaci terapie. «Non esiste una pallottola magica che distrugge il tumore, qualsiasi neoplasia - precisa - va aggredita su più fronti. Occorre un ripensamento generale delle terapie farmacologiche, l’uomo va considerato nella sua complessità, con i suoi punti di forza e di debolezza. E’ costituito da più sistemi che interagiscono: la psiche, l’intero sistema nervoso, quello endocrino, quello immunologico. Occorre meglio comprendere la funzione fondamentale dei nostri geni e poi agire per aumentare le difese dell’organismo, migliorare il metabolismo, affrontare tutti quegli elementi che ostacolano uno sviluppo armonico: dai fattori che rappresentano un rischio diretto per il nostro organismo ad altri come lo stress, l’ambiente, la cattiva alimentazione, gli errati stili di vita».
In questi ultimi anni è diminuita la mortalità del cancro al colon, i maschi muoiono di meno di tumore al polmone, le donne pagano un prezzo meno alto al cancro alla mammella. Sono risultati importanti, anche se modesti in termini quantitativi, derivano da una maggiore efficienza nella diagnosi precoce (colon e mammella) e da cambiamenti negli stili di vita (riduzione del fumo tra i maschi), non da farmaci rivoluzionari.
Robert Gatenby, del dipartimento di oncologia integrata al Cancer center di Tampa (Florida) ha recentemente pubblicato un saggio su Nature nel quale con amarezza sostiene che i risultati attesi non sono stati raggiunti con la terapia ad alti dosaggi di farmaci tossici e neppure con gli anticorpi monoclonali, i farmaci intelligenti. Un bombardamento chemioterapico può portare a cellule tumorali resistenti ai farmaci che proliferano indisturbate.
Quando la strategia non funziona va cambiata. Nella prima guerra mondiale -ricordano altri oncologi - la guerra di trincea imposta dal generale Cadorna ha portato l’esercito alla disfatta di Caporetto, la guerra di movimento del generale Diaz ha dato frutti positivi e la vittoria. Negli ultimi cinquant’anni il tasso di mortalità su 100mila abitanti per le malattie cardiache è passato da 536 a 240, per quelle cerebrovascolari da 160 a 58, per le malattie polmonari da 48 a 22, per quelle tumorali da 193,9 a 193,4.
Un nuovo ciclone si sta abbattendo sui Paesi occidentali: l’invecchiamento della popolazione porterà fuori controllo la spesa sanitaria. Alcuni economisti hanno già stimato che entro pochi anni vi sarà una crisi sanitaria ingestibile, ben peggiore della attuale crisi economica internazionale. Già ora vi è il rischio che in molte regioni i pazienti non abbiano la possibilità di poter ricevere dal Servizio sanitario le nuove molecole, piu' efficaci e meno tossiche. Ad essere preoccupati sono ben 8 oncologi su 10: chiedono un fondo speciale. Gli oltre 292mila italiani colpiti ogni anno da un tumore rischiano di non poter accedere alle terapie innovative.
«Bisogna agire in modo più incisivo sulla prevenzione. Il sistema immunitario - aggiunge il presidente Cavazza - va aiutato a ritrovare l’equilibrio perduto, il metabolismo delle cellule va agevolato. Oggi, dopo anni di perplessità, il mondo accademico ha riconosciuto la funzione vitale della carnitina, una sostanza presente in tutti gli organismi viventi, dal regno animale a quello vegetale. Il compito fondamentale della carnitina è quello di favorire la conversione degli acidi grassi in energia. I mitocondri utilizzano l’ossigeno anche per ossidare il glucosio. Negli ultimi 20 anni è stato dimostrato il ruolo della carnitina nella ottimizzazione del metabolismo del glucosio sia a livello mitocondriale diretto sia a livello sistemico riducendo la resistenza alla insulina. Negli ultimi anni è emersa la possibilità che patologie cronico-degenerative e neoplastiche possano essere legate a disfunzioni mitocondriali e la carnitina potrebbe avere un ruolo importante come marcatore di tali disfunzioni. Sono molte le sostanze che si stanno studiando da anni e che hanno già mostrato di migliorare efficacemente le nostre difese. Tra queste indubbiamente vi è anche il resveratrolo, l’ingrediente antiossidante contenuto nel vino che aiuta contro i virus influenzali». Carlo Grassi, professore emerito di malattie respiratorie all’universita’ di Pavia è convinto della sua azione positiva: « rafforza le risposte immunitarie alle malattie infettive da batteri e virus.

«Questa sostanza naturale disponibile in grandi quantità, contenuta nella buccia dell’acino d’uva e nel vino, inibisce drasticamente la replicazione del virus dell’influenza. Una nostra ricerca durata due anni all’università La Sapienza lo ha confermato», ricorda la dottoressa Anna Teresa Palamara.

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