Fino a oggi la valvola aortica, che regola il flusso sanguigno dal cuore verso il sistema circolatorio, raramente poteva essere riparata con la chirurgia tradizionale e, quindi, la sua sostituzione chirurgica era ancora l'unica terapia per tutti quei pazienti affetti da sintomi correlati alla presenza della stenosi valvolare aortica, ossia la più comune patologia valvolare nei Paesi occidentali.
Ma nel 50-60 per cento dei casi la terapia chirurgica non è praticabile, a causa dell'alto rischio operatorio determinato dall'età avanzata dei soggetti e dalla frequente presenza di patologie concomitanti, e quindi i pazienti devono sottoporsi a una «sostituzione valvolare percutanea» (effettuata interamente in sala di emodinamica e che non richiede anestesia generale).
Tuttavia, in alcuni casi, le condizioni cliniche dei pazienti sono talmente compromesse, a causa della ridotta funzionalità cardiaca, da rendere impossibile anche quest'ipotesi d'intervento.
L'equipe del laboratorio di Cardiologia invasiva della Casa di cura Montevergine di Mercogliano, in provincia di Avellino, sotto la guida del professor Paolo Rubino, ha eseguito, per la prima volta in Italia, una valvuloplastica aortica. L'operazione è stata possibile grazie all'assistenza temporanea ventricolare intracardiaca, ossia all'innovativo sistema che finalmente consente di intervenire sulle valvulopatie aortiche.
«La Casa di cura Montevergine, da sempre considerata centro d'eccellenza nella cardiologia e punto di riferimento per l'utenza del Centrosud, - ha commentato il neo presidente della Casa di cura, Paola Belfiore - conferma il suo interesse a potenziare la propria attività di ricerca scientifica per garantire un'assistenza clinica di sempre migliore qualità al servizio del cittadino-paziente». Insomma un altro caso di eccellenza sanitaria e, per di più, un caso che giova all'immagine della sanità in questa area del Mezzogiorno.
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