Nuova tegola L’ira della base democrat

Roma«In Umbria non esiste una questione morale». Siamo nel cuore verde d’Italia, dove la sinistra erede del Pci governa da sempre. La classe dirigente locale, in piena bufera giudiziaria, non vive niente che si possa paragonare ai guai nazionali di Pier Luigi Bersani che cerca difendere la «diversità» degli eredi del Pci. Distante anni luce anche dai tormenti lombardi di Filippo Penati che, dopo avere tentennato un po’, ha rinunciato al suo incarico. Al Partito democratico umbro basta un comunicato stampa per liquidare Berlinguer.
Nella più piccola e immobile regione rossa, il presidente del consiglio regionale Eros Brega è indagato per peculato e concussione? Non si deve dimettere. Nei pizzini del caso Enac compare il nome della governatrice Catiuscia Marini accanto alla cifra di 20mila euro? Non è indagata, non si sa se quei soldi esistano o siano solo un segno sulla carta.
E questi sono effettivamente singoli casi. Il fatto è che nemmeno la Sanitopoli scoppiata mesi fa nella regione da un’inchiesta che ha acceso i riflettori su un sistema di corruzione tutto interno al Pd ha mosso di un millimetro il potere locale. Nei giorni scorsi la stampa ha informato che il direttore generale della Asl 3, Gigliola Rosignoli, ha nominato Sandra Santoni responsabile degli Affari generali della stessa azienda. Nominata e nominante sono entrambe indagate per Sanitopoli, anche a seguito di intercettazioni telefoniche nelle quali Santoni, collaboratrice della potente ex governatrice Maria Rita Lorenzetti (anche lei indagata), e l’amica dirigente, parlavano di una promozione in arrivo. Alle obiezioni delle opposizioni, il Pd ha detto che quella è una questione interna alla Asl 3.
Quando scoppiò la Sanitopoli sembrò veramente che, per la prima volta, qualcosa si stesse muovendo in Umbria, raccontano esponenti della sinistra locale. Si arrivò anche a delle dimissioni. Per la precisione se ne andò l’assessore regionale alla Sanità Vincenzo Riommi. Notizia di pochi giorni fa, lo stesso Riommi è rientrato in squadra come assessore allo Sviluppo economico.
Inutili le proteste delle opposizioni che - prima che il tema tornasse di moda a livello nazionale - chiesero agli amministratori umbri di essere coerenti con il marchio di fabbrica berlingueriano. «Ci hanno semplicemente risposto picche in consiglio regionale e poi con un documento ufficiale nel quale hanno detto che la questione morale dalle loro parti non esiste. La governatrice Marini è stata ancora più chiara e ha detto che loro rimangono diversi. Con buona pace delle inchieste» spiega Fiammetta Modena, candidata alla presidenza per il centrodestra contro la stessa Marini e portavoce regionale di Pdl e Lega Nord. Ma non è solo un problema di coerenza, spiega. «Quello del Pd umbro è stato un semaforo verde all’impunità. Il Pd ha sostanzialmente detto ai suoi, tana libera tutti. Fate come volete».
Una piccola novità questa volta però c’è. Ed è l’intolleranza di alcuni elettori di sinistra al sistema di potere umbro. Un saggio sono le pagine Facebook di «Amici Di Ciuenlai», sigla dietro la quale si cela un personaggio della sinistra molto seguito dalla base democratica.

«La bufera che infuria sul Pd - ha scritto recentemente - non li sfiora, non li coinvolge, non provoca alcuna riflessione. Qui non esiste “una questione morale” e qui non si fanno “passi indietro”. È così che l’autocritica di Bersani ha trovato in Umbria la sua più clamorosa smentita».

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