Le nuove Giulette Miss dell’amore

A Verona sotto il balcone Capuleti il 14 febbraio un concorso internazionale decide chi è l’innamorata dell’anno. Dal Brasile all’Australia partecipano migliaia di ragazze: scrivono al club dell’eroina shakespeariana per chiedere consigli. Vince chi riesce a tradurre su carta il messaggio più struggente

da Verona

Giulietta - Verona - Italia. Tre parole per affidare alla penna le ansie ed i turbamenti del cuore e per indirizzarli a lei, a Giulietta Capuleti, certi che capirà e saprà dare consolazione. Tre parole per provare a capire come mai quell'amore che sembrava indissolubile ha preso un'altra strada o perché non ci si è imbattuti ancora in sentimenti veri, come quelli che da secoli hanno fatto battere il cuore a migliaia di innamorati.
Hanno lavorato molto in queste settimane le dieci ragazze del «Club di Giulietta», a Verona, che, soltanto per passione, si immedesimano per qualche ora al giorno nella sfortunata eroina shakespeariana, prendono carta e penna e sanno trovare le parole più adatte per far tornare la speranza a chi il cuore ha fatto bang. Scrivono a chi l'amore ha voltato le spalle: «Non essere triste, da oggi non sei più sola, ci sono io, Giulietta». Scrivono a chi minaccia di uccidersi, come capita, anche per amore: «Ricordati che la vita comincia domani mattina». Pillole di affettuosa saggezza senza confini che portano in calce sempre la medesima firma: la segretaria di Giulietta.
Tra due giorni, per San Valentino, tre di queste missive arrivate da chi in tutto il mondo sospira per amore verranno premiate, proprio a casa di Giulietta. Un modo per festeggiare il protettore degli amori belli, possibili o impossibili e soprattutto i dodicimila innamorati romantici di tutti i continenti, maschi e femmine, giovanissimi e non solo, sognatori e disincantati, illusi e disillusi, quelli che ogni anno indirizzano pensieri e parole ad un'eroina che non c'è, che esiste soltanto nei loro cuori. Lettere mirate che parlano di un lui o di una lei e lettere pindariche, come quella di Jacinda Brooklyn, 25 anni, di San Antonio, Texas, che ha vinto l'edizione 2005 del premio: «Cara Giulietta, fa che ci sia più amore, romanticismo e spirito d'avventura in questo mondo. L'amore è la ragione per cui viviamo, fa che i nostri cuori possano trovare quello che stanno cercando. E quando l’avremo trovato, facci sapere che siamo finalmente a casa. Jacinda». Tra due giorni si replica, con altri distillati d'amore e una vincitrice, Thalita Dol, 23 anni, che arriva addirittura da Rio de Janeiro.
Sembra incredibile ma nel duemilasei il mito di Giulietta e Romeo resiste ancora, sempreverde più che mai. «Oh Romeo! Romeo! Perché sei tu Romeo?». Quasi risuonano ancora le parole di Giulietta qui dove il tempo si è fermato da un po'. Qui, sotto il balcone della casa medioevale della leggendaria eroina, luogo simbolo per gli innamorati dell'universo intero, si promette e si dichiara amore eterno, ci si illude e si sogna che sia per sempre, tra le stesse antiche pietre in cui si consumò la tragedia dei due sfortunati amanti. «Milioni di persone arrivano a Verona, ogni anno, sotto il balcone più bello del mondo, sospinti dall'immaginario, dalla suggestione, dalla speranza, magari per un bacio o soltanto per strappare una promessa d'amore», racconta Giulio Tamassia, storico presidente del Club di Giulietta, ormai un'istituzione di carattere internazionale che oggi pomeriggio alle 18 a Palazzo della Gran Guardia organizza anche la proiezione del documentario «Dear Juliet» di Wendy Dent dedicato proprio alle lettere inviate a Giulietta Capuleti. «Tutti vorrebbero vivere, anche per un solo istante, il senso della tragedia e della speranza. Giulietta è la dea dell'amore che tutto può comprendere: è il sogno, è l'immaginario, è la favola che ognuno avverte nel proprio cuore».
Tante suggestioni, vere e irreali, si intrecciano in quest'angolo della città, teatro, secondo la tradizione, della drammatica vicenda raccontata per la prima volta dal poeta vicentino Luigi da Porto nel 1524 e resa immortale, settant'anni più tardi, dalla penna di William Shakespeare. Una tragedia romanticamente disperata che colpì molto la fantasia dei veronesi, pronti a cercare nelle loro strade tutti i riferimenti architettonici descritti nei particolari dalla fantasia del tragediografo, dove ancora oggi, quasi mezzo millennio dopo, va in pellegrinaggio chi ha il cuore di zucchero filato.
Ma chi erano Giulietta e Romeo, chi era questa coppia leggendaria che ha attraversato i secoli ed i confini del nostro cuore? Sono i protagonisti di un dramma d'amore di fantasia ambientata, così come voleva Shakespeare, nei primi anni del 1300: due nobili e ricche famiglie rivali veronesi, i Montecchi, quella di Romeo, e i Capuleti, quella di Giulietta, si fronteggiano da tempo, dandosi battaglia, come si confà, con risse, duelli e omicidi. Durante un ballo di Carnevale a casa dei Capuleti, Romeo Montecchi, mascherato e dunque non riconoscibile, incontra e s'innamora a prima vista di Giulietta. Un amore ricambiato, tanto che i due si sposano in gran segreto, ma la lotta tra le due famiglie continua. Romeo durante uno scontro uccide il cugino di Giulietta e perciò viene mandato in esilio a Mantova, ma prima di lasciare la città va a trovare di nascosto l'amatººa, entrando in camera sua proprio attraverso il balcone, giusto il tempo per dirle: «Con le ali leggere d'amore volai su questi muri: per amore non c'è ostacolo di pietra...».
Il padre della ragazza, intanto, ignaro di tutto, organizza lo sposalizio della figlia con un nobile veronese: Giulietta per evitare le nozze, con la complicità del frate che l'aveva unita in matrimonio a Romeo, prende un potente sonnifero e finge la propria morte. Per una tragica fatalità, però, Romeo non sa del disegno di Giulietta e la crede davvero morta, perduta per sempre. Tornato a Verona, si avvelena sulla tomba della sposa, pochi minuti prima che lei riprenda conoscenza: Giulietta, trovato il corpo senza vita di Romeo, disperata, si pugnala a sua volta, sul corpo dell'amato. Da allora i due vivono immortali nei cuori romantici di tutto il mondo. E cosa importa se non c'è la certezza storica che la dimora in antiche pietre rosse con le finestre gotiche sia proprio quella di Giulietta e se il celebre balcone venne costruito soltanto nel 1935 per rendere più verosimile l'edificio a quello delle pagine letterarie. Ormai il mito è eterno.
Un mito da qualche mese impossibile in tutti i sensi da scalfire. Già, perché, trascinati dai sentimenti, molti cuori, più o meno infranti, in questi anni hanno rovinato in modo indecoroso la casa di Giulietta, attaccando bigliettini d'amore appiccicati con il chewing-gum sulle pareti antiche oppure scolpendo parole d'affetto sui lampioni di ferro battuto e disegnando cuori trafitti a colori sul portoncino di legno ricoperto in ogni centimetro di graffiti e nomi scoloriti. Ora grazie all'accurato restauro conservativo voluto dal comune di Verona lo storico palazzo è tornato all'originario splendore: le mura medioevali della casa dei Capuleti, risalente al tredicesimo secolo e situata in via Cappello 23, nel centro storico della città, ed il cortile interno su cui si affaccia il balcone sono stati, mattone dopo mattone, ripuliti da tutti i segni, i messaggi, le dichiarazioni d'amore e di passione multilingue.

Chi tra gli innamorati grafomani vuole lasciare comunque il segno del suo romantico passaggio ha a disposizione due grandi pannelli, cassette portalettere e scrittoi elettronici dove scrivere, con una particolare penna ottica, il messaggio che arriverà dritto al «Club di Giulietta». Perché anche sulle ali della tecnologia si può raccontare l'amore di oggi, l'amore di sempre.

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