da Verona
Giulietta - Verona - Italia. Tre parole per affidare alla penna le ansie ed i turbamenti del cuore e per indirizzarli a lei, a Giulietta Capuleti, certi che capirà e saprà dare consolazione. Tre parole per provare a capire come mai quell'amore che sembrava indissolubile ha preso un'altra strada o perché non ci si è imbattuti ancora in sentimenti veri, come quelli che da secoli hanno fatto battere il cuore a migliaia di innamorati.
Hanno lavorato molto in queste settimane le dieci ragazze del «Club di Giulietta», a Verona, che, soltanto per passione, si immedesimano per qualche ora al giorno nella sfortunata eroina shakespeariana, prendono carta e penna e sanno trovare le parole più adatte per far tornare la speranza a chi il cuore ha fatto bang. Scrivono a chi l'amore ha voltato le spalle: «Non essere triste, da oggi non sei più sola, ci sono io, Giulietta». Scrivono a chi minaccia di uccidersi, come capita, anche per amore: «Ricordati che la vita comincia domani mattina». Pillole di affettuosa saggezza senza confini che portano in calce sempre la medesima firma: la segretaria di Giulietta.
Tra due giorni, per San Valentino, tre di queste missive arrivate da chi in tutto il mondo sospira per amore verranno premiate, proprio a casa di Giulietta. Un modo per festeggiare il protettore degli amori belli, possibili o impossibili e soprattutto i dodicimila innamorati romantici di tutti i continenti, maschi e femmine, giovanissimi e non solo, sognatori e disincantati, illusi e disillusi, quelli che ogni anno indirizzano pensieri e parole ad un'eroina che non c'è, che esiste soltanto nei loro cuori. Lettere mirate che parlano di un lui o di una lei e lettere pindariche, come quella di Jacinda Brooklyn, 25 anni, di San Antonio, Texas, che ha vinto l'edizione 2005 del premio: «Cara Giulietta, fa che ci sia più amore, romanticismo e spirito d'avventura in questo mondo. L'amore è la ragione per cui viviamo, fa che i nostri cuori possano trovare quello che stanno cercando. E quando lavremo trovato, facci sapere che siamo finalmente a casa. Jacinda». Tra due giorni si replica, con altri distillati d'amore e una vincitrice, Thalita Dol, 23 anni, che arriva addirittura da Rio de Janeiro.
Sembra incredibile ma nel duemilasei il mito di Giulietta e Romeo resiste ancora, sempreverde più che mai. «Oh Romeo! Romeo! Perché sei tu Romeo?». Quasi risuonano ancora le parole di Giulietta qui dove il tempo si è fermato da un po'. Qui, sotto il balcone della casa medioevale della leggendaria eroina, luogo simbolo per gli innamorati dell'universo intero, si promette e si dichiara amore eterno, ci si illude e si sogna che sia per sempre, tra le stesse antiche pietre in cui si consumò la tragedia dei due sfortunati amanti. «Milioni di persone arrivano a Verona, ogni anno, sotto il balcone più bello del mondo, sospinti dall'immaginario, dalla suggestione, dalla speranza, magari per un bacio o soltanto per strappare una promessa d'amore», racconta Giulio Tamassia, storico presidente del Club di Giulietta, ormai un'istituzione di carattere internazionale che oggi pomeriggio alle 18 a Palazzo della Gran Guardia organizza anche la proiezione del documentario «Dear Juliet» di Wendy Dent dedicato proprio alle lettere inviate a Giulietta Capuleti. «Tutti vorrebbero vivere, anche per un solo istante, il senso della tragedia e della speranza. Giulietta è la dea dell'amore che tutto può comprendere: è il sogno, è l'immaginario, è la favola che ognuno avverte nel proprio cuore».
Tante suggestioni, vere e irreali, si intrecciano in quest'angolo della città, teatro, secondo la tradizione, della drammatica vicenda raccontata per la prima volta dal poeta vicentino Luigi da Porto nel 1524 e resa immortale, settant'anni più tardi, dalla penna di William Shakespeare. Una tragedia romanticamente disperata che colpì molto la fantasia dei veronesi, pronti a cercare nelle loro strade tutti i riferimenti architettonici descritti nei particolari dalla fantasia del tragediografo, dove ancora oggi, quasi mezzo millennio dopo, va in pellegrinaggio chi ha il cuore di zucchero filato.
Ma chi erano Giulietta e Romeo, chi era questa coppia leggendaria che ha attraversato i secoli ed i confini del nostro cuore? Sono i protagonisti di un dramma d'amore di fantasia ambientata, così come voleva Shakespeare, nei primi anni del 1300: due nobili e ricche famiglie rivali veronesi, i Montecchi, quella di Romeo, e i Capuleti, quella di Giulietta, si fronteggiano da tempo, dandosi battaglia, come si confà, con risse, duelli e omicidi. Durante un ballo di Carnevale a casa dei Capuleti, Romeo Montecchi, mascherato e dunque non riconoscibile, incontra e s'innamora a prima vista di Giulietta. Un amore ricambiato, tanto che i due si sposano in gran segreto, ma la lotta tra le due famiglie continua. Romeo durante uno scontro uccide il cugino di Giulietta e perciò viene mandato in esilio a Mantova, ma prima di lasciare la città va a trovare di nascosto l'amatººa, entrando in camera sua proprio attraverso il balcone, giusto il tempo per dirle: «Con le ali leggere d'amore volai su questi muri: per amore non c'è ostacolo di pietra...».
Il padre della ragazza, intanto, ignaro di tutto, organizza lo sposalizio della figlia con un nobile veronese: Giulietta per evitare le nozze, con la complicità del frate che l'aveva unita in matrimonio a Romeo, prende un potente sonnifero e finge la propria morte. Per una tragica fatalità, però, Romeo non sa del disegno di Giulietta e la crede davvero morta, perduta per sempre. Tornato a Verona, si avvelena sulla tomba della sposa, pochi minuti prima che lei riprenda conoscenza: Giulietta, trovato il corpo senza vita di Romeo, disperata, si pugnala a sua volta, sul corpo dell'amato. Da allora i due vivono immortali nei cuori romantici di tutto il mondo. E cosa importa se non c'è la certezza storica che la dimora in antiche pietre rosse con le finestre gotiche sia proprio quella di Giulietta e se il celebre balcone venne costruito soltanto nel 1935 per rendere più verosimile l'edificio a quello delle pagine letterarie. Ormai il mito è eterno.
Un mito da qualche mese impossibile in tutti i sensi da scalfire. Già, perché, trascinati dai sentimenti, molti cuori, più o meno infranti, in questi anni hanno rovinato in modo indecoroso la casa di Giulietta, attaccando bigliettini d'amore appiccicati con il chewing-gum sulle pareti antiche oppure scolpendo parole d'affetto sui lampioni di ferro battuto e disegnando cuori trafitti a colori sul portoncino di legno ricoperto in ogni centimetro di graffiti e nomi scoloriti. Ora grazie all'accurato restauro conservativo voluto dal comune di Verona lo storico palazzo è tornato all'originario splendore: le mura medioevali della casa dei Capuleti, risalente al tredicesimo secolo e situata in via Cappello 23, nel centro storico della città, ed il cortile interno su cui si affaccia il balcone sono stati, mattone dopo mattone, ripuliti da tutti i segni, i messaggi, le dichiarazioni d'amore e di passione multilingue.
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