Le nuove mostre? Parlano pop

P ronti via. Digeriti gli ultimi panettoni e archiviate le statuine dei re magi, vediamo quali mostre ha serbato la befana ad un pubblico sempre più famelico di arte e dintorni. Una premessa è d’obbligo: il bello di abitare in una città ben posizionata geograficamente come Milano sta anche nella poliedrica offerta espositiva oltre i suoi confini, ampiamente fruibile entro l’arco di un’oretta di viaggio. Così, prima di addentrarci nel mostrificio in cantiere per l’anno appena cominciato, varrà la pena menzionare due ottimi progetti in corso fino alla fine di febbraio nella vicina Lugano. La mostra intitolata «Il volto e lo sguardo nell’arte 1969-2009», al Museo Cantonale d’arte, indaga attraverso 40 autori internazionali la ricerca artistica sulla rappresentazione del volto, le sue alterazioni e le sue trasformazioni, con opere provenienti da musei, fondazioni e collezioni di tutto il mondo. La seconda, «Corpo Automi Robot Tra arte, scienza e tecnologia», si svolge negli spazi di Villa Malpensata e affronta con un approccio interdisciplinare il rapporto tra il corpo umano e la rappresentazione che di esso è stata data da parte delle arti, della scienza e della tecnologia, soprattutto per quanto riguarda la dinamica dell’imitazione del corpo (con gli automi) e della sua sostituzione (con i robots).
Tornando all’ombra della Madonnina, il 2010 si apre come l’anno precedente all’insegna delle antologiche di grande richiamo, e niente di meglio -e di più pop- che un eroe della pop art. Come l’americano Roy Lichtenstein, adorato anche dagli appassionati del fumetto, a cui la Triennale dedica a partire dal 25 gennaio una retrospettiva che da Milano emigrerà al Ludwig Museum di Colonia. L'esposizione include oltre cento opere, tra tele per lo più di grande formato, oltre a numerosi disegni, collages e sculture. Restando ai grandi storici, Palazzo Reale prepara a partire da febbraio un calendario da manuale Argan. Si parte con un’antologica di Egon Schiele, il grande secessionista viennese famoso ai più per i suoi nudi taglienti e gli autoritratti abbacinati; per arrivare al provenzale Paul Cézanne, l’«impressionista» che scoprì il cubismo, al maestro spagnolo Francisco Goya, al surrealista catalano Salvador Dalì, quello degli orologi molli.
Il Pac ospiterà invece, come inizio di stagione, una retrospettiva di Armando Testa, il genio della grafica pubblicitaria nato e scomparso a Torino ma che ebbe Milano come città di adozione. Continueranno gli omaggi alla Cina contemporanea che, dopo la collettiva di Palazzo Reale, vedrà al Pac una personale del poliedrico Zhang Huan, tra foto dipinti e sculture. Alla Rotonda della Besana, a metà febbraio, andrà in scena il «Grande gioco», un excursus trasversale tra tutte le forme d'arte in Italia tra il 1947 e il 1989, e che includerà anche il Museo d'arte contemporanea di Lissone e la GAMeC di Bergamo. Castello Sforzesco e Palazzo della Ragione spazieranno invece dalla culinaria made in Italy alla storia del cinema, il primo con un’antologica dedicata al guru della nouvelle cousine Gualtiero Marchesi, il secondo con una mostra fotografica del regista Stanley Kubrick, a cui il Palazzo delle Esposizioni di Roma dedicò due anni fa una mostra sull’intera opera cinematografica. Tornando alla Triennale, proseguirà anche quest’anno il programma espositivo che incrocia, arte, economia e architettura.

Il 5 febbraio, sarà la volta di «Greenlife- Costruire città sostenibili», progetto a cura di Legambiente, Triennale di Milano e Ambiente Italia; a maggio, una mostra su «100 anni di Imprese. Per l’Italia». Alla Provincia, infine, grandi preparativi per il 150mo anniversario dell’ente che si celebrerà con una grande mostra tra arte antica, libri e documenti d’epoca.

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