Nuove norme anti-Berlusconi in Tv: dibattiti a tema fisso e niente grafici

Il numero uno del Senato: Ciampi ha lanciato un appello alla correttezza nell’informazione. Casini: per il capo dello Stato rispetto e considerazione

Gian Maria De Francesco

da Roma

Quante volte si è sentito parlare di informazione bulgara? È un modo per sottolineare l’appiattimento e l’irregimentazione che si rischia quando troppe regole vengono imposte nei media. A leggere le «innovazioni» che si stanno preparando per applicare la par condicio questo rischio in Italia sembra concreto tanto da evocare il «manuale del bravo presentatore» di arboriana memoria.
Il fitto calendario di riunioni, previsto in settimana sia dalla Commissione di vigilanza sulla Rai che dall’Authority tlc per mettere a punto le norme sulla par condicio, potrebbe concludersi con una vera e propria rivoluzione delle regole che regolamentano l’accesso dei politici ai mezzi televisivi. Ma, soprattutto, potrebbe profilarsi una limitazione dell’autonomia e dell’indipendenza dei giornalisti chiamati a condurre trasmissioni a carattere elettorale.
Ma andiamo con ordine. Oggi la Commissione di vigilanza riprende l’esame e le votazioni sul regolamento di attuazione della par condicio. Dopo la lettera inviata sabato scorso dal capo dello Stato Ciampi al presidente Gentiloni, che ha preparato il testo, il confronto è destinato ad accendersi ancora di più considerato che sono stati votati solo tre articoli su 11 e restano circa 50 emendamenti da esaminare. La maggioranza intende schierarsi compatta ed evitare che si butti altra benzina sul fuoco.
Sul banco degli imputati è destinato a finire lo spazio di democrazia mediatica per antonomasia: il faccia a faccia elettorale. Su questo tema il senatore ex diessino della rete Uniti a sinistra, Antonello Falomi, ha ingaggiato battaglia con il centrodestra. Le proposte del parlamentare si possono sintetizzare secondo tre linee direttrici. In primo luogo, i tempi del dibattito devono essere ripartiti in tre sezioni di uguale durata dedicate rispettivamente a «politica estera», «politica interna ed economia» e «questioni sociali, ambientali e del lavoro». In seconda battuta, il pubblico deve essere equamente suddiviso tra i sostenitori delle due coalizioni e deve poter porre 4 domande (selezionate dal moderatore) ai due leader. In ultima istanza, i candidati non dovrebbero avvalersi di appunti, tabelle e diagrammi. Sarebbe, quindi, vietato l’uso della famosa lavagna esibita da Berlusconi a Porta a porta per illustrare il programma delle grandi opere.
C’è di più. Il capogruppo della Margherita in Commissione, Enzo Carra, ha proposto che la parte del conduttore sia affidata al presidente della Rai o al direttore generale di Viale Mazzini. Sia Petruccioli che Meocci sono iscritti all’elenco dei giornalisti professionisti, ma è lecito domandarsi se un manager sia la persona giusta per svolgere un simile compito. Sempre per la serie «telecamere a tempo», altri due emendamenti di Falomi: tg obbligati a correggere eventuali squilibri in corsa a un terzo dall’inizio della campagna e obbligo di pubblicità dei dati sulla presenza dei politici in televisione. E la Cdl? An e Lega chiedono al posto dei «faccia a faccia» delle conferenze-dibattito in prima serata su Raiuno con i capi coalizione alla presenza di due giornalisti in studio estratti a sorte. Moderatore: un giornalista Rai.
La tre giorni che parte oggi avrà in giovedì la sua giornata clou. Il 2 febbraio è prevista la riunione della Commissione Servizi e Prodotti dell’Authority tlc con il compito di varare l’atto di indirizzo per regolare l’accesso ai programmi nei periodi non elettorali.
La commissione è presieduta dal numero uno dell’Autorità, Corrado Calabrò, ed è composta da due membri della Cdl (Innocenzi e Magri) e due del centrosinistra (Sortino e Lauria).

Calabrò, il cui voto sarà determinante, ha assicurato che «nessuno vuol dire a un giornalista come fare il suo lavoro», ma che «l’imparzialità va assicurata assolutamente». Tre i punti all’esame: ripristino della par condicio con leader dell’opposizione in tv, divieto di presenza dei politici nei programmi di intrattenimento e norme sulla conduzione. Vespa, Mentana e Floris sono avvisati.

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