Roma - Conferma la linea degli ultimi giorni prenatalizi il Cavaliere. E continua a restare in prima linea. Il segnale che nonostante il passo indietro a favore di Monti, Silvio Berlusconi non è per nulla intenzionato a farsi da parte. Cosa che peraltro dice in chiaro durante la tradizionale telefonata di Natale alla comunità Incontro di don Gelmini: «Io sono sempre in pista».
D’altra parte, l’ex premier è convinto che il 2012 non sia affatto così scontato come qualcuno pensa. Politicamente, s’intende. Nel senso che se è vero che il Pdl non staccherà la spina all’esecutivo - per senso di responsabilità, ma anche perché rischia di essere una scelta che potrebbe non premiare quando poi si andrà a votare - il Cavaliere continua a pensare che lo scenario sia così intricato e difficile che può accadere qualunque cosa. Ed è anche questa la ragione del suo voler restare sotto i riflettori, lanciando sì un segnale ad alleati e avversari ma pure cercando di ricompattare il proprio elettorato. Perché - l’ha detto tanto volte nelle ultime settimane - il Pdl «deve farsi trovare pronto a ogni evenienza». Soprattutto quella delle elezioni anticipate.
Così Berlusconi torna ad attaccare duramente la manovra, alla ricerca di quel difficile equilibrio che deve tenere insieme un partito che le misure le ha appoggiate in Parlamento e una base per nulla contenta delle misure varate dal governo Monti. Rischia di portare in recessione l’economia, affonda il Cavaliere. «Fino all’estate scorsa - rivendica l’ex premier - abbiamo sempre tenuto i conti in ordine tagliando le spese invece di aumentare le imposte. Ora però con le nuove tasse si finirà per comprimere i consumi e portare in recessione l’economia». Una situazione che fa sì che gli «italiani siano sempre più preoccupati». Ecco perché, assicura, «restiamo vigili per fare il bene del nostro Paese» anche se la soluzione della crisi «deve venire dall’Europa perché è l’Europa che deve cambiare». Il riferimento è sempre all’asse franco-tedesco, un tandem quello tra Parigi e Berlino che secondo il Cavaliere è responsabile di non essere intervenuto per tempo. E alla necessità di mettere in cantiere una riforma seria della Banca centrale europea che nella testa di Berlusconi dovrebbe essere in grado di stampare moneta come la Fed così da poter coprire i debiti dei singoli Stati. «Dobbiamo avere una Bce - dice - che possa garantire l’euro».
Durante il collegamento con Amelia - in platea da don Gelmini sono presenti Maurizio Gasparri e Carlo Giovanardi - il Cavaliere parla anche del Pdl. E ricorda - «prima di tutto a noi stessi» - che «siamo sempre il partito di maggioranza in Parlamento e i sondaggi ci danno in fortissima ripresa» proprio perché «gli italiani sono sempre più preoccupati». E in quel «prima di tutto a noi stessi» è difficile non leggere un messaggio anche i vertici del Pdl, alle prese non solo con la corsa ai congressi ma anche con una faticosa coesistenza tra chi nonostante tutto ritiene giusto il sostegno al governo Monti e chi invece resta ancora convinto che la strada migliore era quelle delle elezioni anticipate. Un modo per dire - concetto che in privato il Cavaliere ha ripetuto più volte negli ultimi giorni - che «il tempo sarà galantuomo». E «renderà giustizia di chi per mesi è andato dicendo che la crisi, il crollo delle Borse e l’andamento dello spread erano colpa di Berlusconi».
Infine, l’ex presidente del Consiglio rinnova l’invito ad andare avanti con le riforme. «Abbiamo davvero bisogno - dice durante la telefonata con la comunità Incontro - di un grande cambiamento, di una grande riforma dell’architettura istituzionale per potere rendere governabile il nostro Paese. Se riusciremo a farlo in questo tempo che ci divide dalla fine della legislatura potremo veramente dire che abbiamo fatto qualcosa di grande e importante per il futuro».
Prima di congedarsi, il saluto a don Gelmini: «Spero che tu vada avanti con l’impegno e la forza di sempre. Avete fatto del bene e avete saputo trarre dal male un bene per tanti ragazzi. È davvero una cosa straordinaria».
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