Antonio Ruzzo
Cosa succederà adesso? Milano rischia di fare un salto allindietro nel tempo e ritrovarsi in una nuova stagione di scontri di piazza e violenze? Il rischio che tutto ciò che è successo sabato in corso Buenos Aires abbia un seguito in qualche modo esiste. Anche se va detto che le frange più dure e intransigenti dei «disobbedienti» sembrano abbastanza isolate. Secondo i rapporti investigativi dei carabinieri sarebbe in atto uno scontro «finale» tra due anime dellarea antagonista. Da una parte i centri sociali «duri e puri» come la Villa okkupata, il centro sociale Pergola, lOrso, il Collettivo di via dei Transiti e il Bulk, assolutamente non disponibili a nessun genere di mediazione e di dialogo ma solo alla ricerca dellazione eclatante per dimostrare (e dare un senso) alla propria esistenza. Dallaltra lala storica della sinistra estrema milanese rappresentata ai centri sociali come il Vittoria e il Leoncavallo che però sembra ormai davvero fuori da tutti i giochi. Questi, che sabato in corso Buenos Aires non cerano e si sono fatti vedere altrove proprio a voler «marcare» la loro attuale differenza. Una sorta di «imborghesimento» che li porterebbe a cercare una sponda politica come Rifondazione o i Comunisti italiani a cui appoggiarsi e con cui dialogare magari dettando anche qualche condizione.
Sabato è prevalsa la linea dura. La manifestazione della Fiamma Tricolore era assolutamente un pretesto per portare a termine un piano di devastazione abbondantemente annunciato e organizzato con il solito «passaparola» informatico passato sui vari siti e forum dellarea antagonista. Unazione studiata in puro stile G8 che veniva dopo un lungo periodo di «ozio» e che per molti disobbedienti era assolutamente necessaria per «battere un colpo» e cioè far capire di esistere. Oltre ai centri sociali più intransigenti nella squadra che ha devastato Buenos Aires facevano parte anche antagonisti provenienti da altre regioni, due dei quali già indagati per gli scontri di Genova, e «cani sciolti» dellarco anarco-insurrezionalista già coinvolti, secondo i rapporti degli uomini delle forze dellordine, in assalti ad agenzie interinali e in altri episodi minori a sfondo terroristico.
Questo più o meno lo scenario. Non semplice prevedere cosa potrà accadere e quali saranno le prossime «mosse» dei disobbedienti. Ma soprattutto non sarà semplice sapere quale delle due «filosofie» potrà prevalere. Un paio di appuntamenti importanti per capire che aria «tira» sono previsti già questa settimana.
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