di Massimo Ghenzer*
Il passato governo guidato da Enrico Letta ha parlato di inversione di tendenza realizzatasi per la prima volta dopo svariati anni, identificandola in un +0,1% di Pil nell'ultimo trimestre del 2013. Ma se si osservano i comportamenti dei consumatori del nostro Paese, ci si ricorda del tasso di disoccupazione e dell'andamento economico delle imprese, parlare di inversione di tendenza sembra irrealistico.
Proviamo quasi pudore a parlare dei disastri del mondo dell'auto quando addirittura dobbiamo registrare suicidi da parte di imprenditori ridotti alla fame.
Il nostro Paese soffre ormai da anni e il mondo dell'auto pure. È bene ricordare che, per la prima volta da decenni, il parco circolante è in diminuzione.
La produzione di auto in Italia per la prima volta sarà al di sotto di 400mila unità nel 2013 e il livello delle immatricolazioni è più o meno la metà di qualche anno fa. Nei mesi passati, i rappresentanti istituzionali del mondo dell'auto hanno tentato di sensibilizzare l'ex esecutivo, e in particolare l'allora ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, a lanciare iniziative per rivitalizzare il settore.
La risposta sostanzialmente è stata burocratica: hanno informato che non ci sono fondi a disposizione e hanno creato una Consulta con il compito di proporre iniziative per far riprendere la crescita del settore.
Il Tavolo della Consulta si è dimenato nelle sabbie mobili e non ha prodotto risultati riconoscibili. Ma il punto di domanda è se la Consulta non sia stata una manovra dilatoria, piuttosto che uno strumento di analisi e condivisione di proposte; visti i risultati finora raggiunti, si propende per la prima ipotesi.
La legislazione europea sull'inquinamento (acustico e atmosferico), sulla tutela dei pedoni e quant'altro, sta indicando la strada da percorrere. L'auto moderna non è più un qualcosa che si misura per la velocità o lo spunto; l'auto di oggi è sì scattante e permette sorpassi sicuri, ma è anche un oggetto che non inquina, che consuma poco, che ha costi di manutenzione contenuti e che ha un altissimo livello qualitativo. Il parco europeo evolverà in questa direzione, ma in Italia bisogna prendere provvedimenti che accelerino il processo di evoluzione.
*Presidente di Areté Methodos
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