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"Nuovo mercato lontano. C'è ancora tanta fuffa"

In futuro ci saranno tante realtà virtuali proprietarie. Ma saranno distanti dall'essere un vero Metaverso, che invece ha ben altre caratteristiche: ad oggi nulla si può definire così

"Nuovo mercato lontano. C'è ancora tanta fuffa"

In futuro ci saranno tante realtà virtuali proprietarie. Ma saranno distanti dall'essere un vero Metaverso, che invece ha ben altre caratteristiche: ad oggi nulla si può definire così. Questo è, in sostanza, il pensiero di Marco Camisani Calzolari, docente universitario ed esperto di Internet, consulente aziendale e inviato di Striscia la Notizia.

Camisani Calzolari, come legge l'apparente crisi di piattaforme come Facebook?

«La riduzione degli investimenti pubblicitari che si osserva in questo momento è una causa primaria. Ma vedo anche l'aumento della competizione, per esempio con la crescita di TikTok. E c'è una componente di errori strategici, come l'aver investito troppi soldi e in troppo poco tempo in un progetto di realtà virtuale, che loro definiscono Metaverso, di cui non si è ancora visto nulla».

Pensa che non sia stata la strada giusta sulla quale investire?

«C'è una grande bolla di percezione: in giro si vedono presunti esperti di Web 3.0, Metaverso e Nft. Alcuni investono sui videogame dicendo che sono parte del Metaverso, ma in realtà non è così. Solo per dimostrare che, in quel mondo, c'è interesse e fatturato».

Insomma, tanto marketing?

«Molti di questi presunti universi digitali sono lontani dall'essere mercati. Prendiamo Decentraland: è un mondo vuoto. Ci sono appena 39mila utenti giornalieri».

E quindi il futuro dove sarà?

«Penso che il futuro sarà di nuovo dei big: per esempio, Apple non è nel mondo dei social, ma dal momento che sviluppa una serie di applicazioni sulla realtà virtuale e aumentata porterà il settore su una concezione diversa rispetto al vecchio mondo. Penso che loro, in compagnia dei vari Microsoft e Google, svilupperanno le loro applicazioni di realtà aumentata e conquisteranno il mercato».

Non ha menzionato Meta

«Facebook andrebbe rimodernato perché è fermo e pieno di bug, soprattutto per quanto riguarda la pubblicità. Tre anni fa Facebook era sotto torchio per le fake news. L'azienda poi ha deciso di spostarsi sul progetto Meta, che ha attirato forse l'attenzione mediatica, ma ci si è dimenticati dei vecchi problemi che sono ancora sul tavolo».

Se è così come dice, Facebook può ancora raddrizzare il timone secondo lei?

«A oggi hanno ancora il potere per farlo, la chiave sta nelle funzionalità. TikTok gli sta soffiando il mercato dei video veloci, dove è arrivato anche YouTube con i suoi shorts. Se Meta non concentrerà abbastanza risorse su queste transizioni, a mio avviso importanti, rischia di perdere la sua leadership. Il progetto che loro definiscono essere un Metaverso assorbe tante risorse, ma forse è un investimento con un timing sbagliato: è come se ci occupassimo di regolamentare gli scambi immobiliari su Marte o la Luna. Ci saranno, ma in un futuro distante.

E, come si dice, nel lungo termine saremo tutti morti».

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