«Il nuovo premier? Lasciatelo lavorare»

«Il nuovo premier? Lasciatelo lavorare»

MilanoPer sei ore, nell’aula del tribunale milanese, Berlusconi si annoia da morire: «Ho fatto fatica a non addormentarmi», ammetterà più tardi. Ma appena finisce l’udienza del processo Mills, il Cavaliere dà improvvisamente un senso alla giornata del branco di cronisti che erano quasi rassegnati a tornare a casa con i taccuini vergini. I giornalisti sono lì, dietro le vetrate del pian terreno, tenuti a distanza. Ma è Berlusconi che, spiazzando la scorta, li punta diritti. E tutto diventa più chiaro: Berlusconi ha scelto la location del Palazzo di giustizia milanese per deludere chi lo considera ormai un pezzo del passato. «Lasciate lavorare Monti», dice Berlusconi, rivendicando la continuità della manovra economica avviata dal suo governo con quella che verrà portata avanti dal suo successore, e che la Lega «non potrà fare a meno di votare». È una esternazione a tutto campo, in pieno contraddittorio, di un leader politico che ha spostato da Palazzo Chigi al Parlamento la sua battaglia.
«DEI GIUDICI NON MI FIDO»
«Oggi credevo di avere finalmente la soddisfazione di vedere in faccia questo signor Mills che dice di avermi conosciuto una volta. Ma io non mi ricordo di averlo mai visto. Fa senso che ci sia questa pervicacia nel portare avanti un processo basato sul nulla e per il quale a febbraio interverrà sicuramente la prescrizione». Perché non rinuncia alla prescrizione? «Nel palazzo di giustizia di Milano? Bravo, bella idea». Non si fida di questi giudici? «Non mi fido del Palazzo di giustizia di Milano. Per questo dai banchi del Parlamento porteremo avanti la riforma che il mio governo aveva approvato».
«IL PDL È SOLIDISSIMO»
«Il Pdl è fortissimo, organizzato, solidale, io ci lavoro dentro e Alfano è un segretario veramente straordinario». Si ricandiderà? «No». Si faranno le primarie per scegliere il candidato premier? «Sì, e ogni iscritto al Pdl potrà candidarsi».
«L’EURO NON HA UN GOVERNO»
È preoccupato per Mediaset? «Sono preoccupato per tutte le aziende, per la ricchezza che è stata bruciata. Il male dell'Europa è l’euro, una moneta che non ha dietro di sé un governo che possa fare una politica economica e monetaria». È vero che tornerò ad occuparsi delle sue aziende? «Non l'ho mai detto e neanche pensato».
«RICOSTRUZIONE EVERSIVA»
Farà ancora delle cene ad Arcore? «Ne faccio una anche stasera con degli imprenditori». E inviterà anche delle ragazze? «Nelle mie cene ad Arcore non è mai accaduto nulla di sconveniente. Questi processi che hanno fatto il giro del mondo sono basati sul niente. La ricostruzione che la procura di Milano, il gip e, nelle sue prime decisioni, il tribunale hanno fatto è una ricostruzione artefatta a fini di eversione politica». I pm hanno contribuito alle sue dimissioni? «Certamente, perché hanno diffuso nel mondo una pessima immagine di chi rappresentava l’Italia, il presidente del Consiglio».
«MUBARAK ABBANDONATO»
«Una settimana prima che questa ragazza sfortunata (Ruby, ndr) venisse fermata, Mubarak si era intrattenuto con me a Villa Madama parlandone come di una sua possibile parente». Dopo vi siete sentiti? «Dopo i primi fatti in Egitto l’ho sentito al telefono, poi ho potuto solo vederlo con struggimento di cuore, anche per il comportamento dell’Occidente che aveva avuto in lui un pilastro della politica mediorientale e che poi lo ha ignominiosamente abbandonato».
«È LA NOSTRA MANOVRA»
«Il 55 per cento delle misure contenute nella manovra economica sono già state approvate grazie al mio governo nella legge sul patto di stabilità. Noi voteremo le altre misure previste nella nostra lettera all’Europa quando verranno portate in aula. Se saranno necessarie altre misure, valuteremo con attenzione le proposte del governo Monti». È vero che Monti va troppo piano? (Qui Berlusconi alza gli occhi al cielo e sbotta, ndr): «Ma come? No.. Monti non è in ritardo, è uno che prende in mano una cosa della complessità della misura economica di un paese. Ma lasciatelo lavorare, no?»
«VEDRÒ BOSSI VENERDÌ»
«Non c’è un problema Lega. Ci sono dichiarazioni di esponenti, che non sono la Lega. In questi giorni Bossi mi ha chiamato 5 volte, e ci vedremo venerdì. La Lega cerca naturalmente di fare i suoi interessi elettorali. Ma non credo che potrà votare contro quando arriveranno in aula dei provvedimenti che essa stessa aveva approvato quando era al governo».
LA BATTUTA SULLA MERKEL
«Ho parlato al telefono con tutti i leader europei».

Anche con la Merkel e Sarkozy? «Anche con loro». E con la Merkel ha parlato anche della battuta che comparirebbe nelle sue intercettazioni, quella sulle sue misure? «Sì. E le ho spiegato che quella battuta non l’avevo fatta io».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica