"Un nuovo quartiere all’ex scalo Farini"

Sopralluogo dell’assessore allo Sviluppo del territorio Carlo Masseroli sull’area delle Ferrovie Gli interventi ipotizzati: un grande parco, una pista ciclo-pedonale e piani di edilizia popolare

Sotto ai piedi, erbacce e sassi. In faccia, i granelli di polvere alzati dal vento. Sarà anche per il solleone inatteso di aprile, ma più che a Milano sembra di essere in un film western. Invece siamo all’ex scalo ferroviario di via Farini, a pochi chilometri dal Duomo. Uno dei tanti luoghi fantasma della città. Un tempo qui era un via vai continuo di treni carichi di merci. Oggi restano invece circa 60 ettari di sterpaglie, binari in disuso e capannoni abbandonati. Un’immensa buca che taglia Milano in due tronconi.
Ciò che oggi divide potrebbe però un giorno unire. Lo sa bene Carlo Masseroli, assessore allo Sviluppo del Territorio, che ha visitato ieri l’ex scalo. «Siamo in una posizione strategica. Qui a due passi ci sono Garibaldi e Repubblica, mentre a nord arriviamo al confine con la Bovisa. Senza dimenticare che l’area Expo e il parco di Quarto Oggiaro sono vicinissimi. Occorre investire sullo sviluppo dell’area per collegare tutta la città».
Non esiste ancora un progetto definito, ma gli intenti sono chiari. Metà dell’ex scalo sarà destinato a spazi pubblici. In pratica, un grande parco immerso nel verde. Una pista ciclo-pedonale attraverserà l’area e unirà così il Parco Nord con il centro della città. E poi ci sono i piani d’edilizia per le fasce più deboli. «Almeno un terzo delle case che saranno costruite qui saranno destinate a progetti di housing sociale», promette Masseroli.
Da convincere ci sono i proprietari dell’area. Ferrovie dello Stato, Agenzia delle Dogane e Poste Italiane su tutti. L’assessore lavora per trovare un accordo tra le parti e far decollare la riqualificazione dell’ex scalo Farini. La tempistica è già nella sua mente. «Conto di presentare l’accordo di programma in giunta a cavallo di quest’estate - dice Masseroli -. Nel frattempo, grazie alla collaborazione della facoltà di Architettura del campus Bovisa, raccoglieremo tutte le idee possibili per il progetto. Poi, dopo l’approvazione del consiglio, inizierà la fase progettuale, che penso durerà circa un anno». L’obiettivo è trovare investitori privati in fretta e completare così l’opera in tempo per l’appuntamento dell’Expo. «Entro il 2015 deve essere tutto pronto».
L’accordo con le Fs sembra già cosa fatta, così come per gli altri scali fantasma della città. «Per noi - spiega l’amministratore delegato di Fs Sistemi Urbani, Carlo De Vito - progetti come questo significano la possibilità di creare un plus valore non indifferente. Su tutti gli ex scali milanesi ci sono in ballo centinaia di milioni di euro che potremmo reinvestire nel potenziamento del sistema ferroviario».
Intanto l’assessore Masseroli ha rassicurato chi abita in affitto nelle due palazzine delle Fs site all’interno dell’ex scalo. Si tratta di ex dipendenti delle ferrovie.

In tutto 17 famiglie, che dopo aver ricevuto nel 2006 la proposta per l’acquisto degli appartamenti, si sono visti recapitare lo scorso gennaio (in previsione della vendita dei terreni?) l’avviso di sfratto. «Questa gente non perderà la casa - chiarisce Masseroli -. All’interno del progetto studieremo soluzioni per offrire loro una sistemazione in loco».

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