Giovanni Zamagni
da Valencia
Suo malgrado, è diventato l'anti-Rossi. La seconda vittoria consecutiva, la piazza d'onore nel mondiale, la capacità di dominare dall'inizio alla fine a Valencia esattamente come era successo in Turchia, fanno di Marco Melandri il nuovo, vero rivale di Valentino Rossi. «Chiedo di non essere tirato in mezzo a polemiche con Valentino: con lui c'è solo sano agonismo, ci stimiamo e io corro per fare del mio meglio, non solo per battere lui», ripete allo sfinimento Marco, come per evitare qualsiasi attrito con Vale. «Mai avrei pensato di conquistare due trionfi consecutivi e il secondo posto nel mondiale: finire la stagione in questa maniera è qualcosa di esagerato. Questo successo è stato più difficile di quello in Turchia perché vincere è complicato, ma ripetersi lo è molto di più e a Valencia non avevo il vantaggio di Istanbul». Per la verità, è difficile anche festeggiare, visto che Marco, nel giro donore, mentre era impegnato a far girare la moto disegnando con la gomma posteriore un cerchio sullasfalto, è finito a terra.
Anche se è stato in testa dalla prima all'ultima curva, il trionfo di Melandri è stato in discussione fin sotto la bandiera a scacchi, come peraltro conferma il risicato distacco - 97 millesimi - su Nicky Hayden. Proprio i due rivali in lotta per il secondo posto nel mondiale si sono ritrovati fianco a fianco per tutta la gara, con l'occhio vigile però non solo sul vicino, ma anche sulla lavagna, che segnalava la furibonda rimonta di Rossi, risalito in soli sei giri (su 30) dalla quindicesima alla terza posizione. Ma pur guidando come un indemoniato, anche il campione non ha potuto annullare completamente un distacco che attorno a metà gara aveva ormai superato i sei secondi. E così si è arrivati alle battute finali con Melandri sempre davanti, Hayden sempre attaccato e Rossi a tre secondi. Tra i due giovani emergenti, sembrava fosse l'americano ad avere un piccolo margine, non avendo più nulla da perdere poteva infatti tentare un attacco disperato per provare a vincere; mentre per Marco il secondo posto nel mondiale era quasi più importante del successo parziale. «Quando siamo rimasti solo io e Nicky, volevo quasi farlo passare, ma sarebbe stato pericoloso. Così ho pensato a imporre il mio ritmo e nell'ultimo giro sono stato stretto in ogni curva, per non lasciargli spazio. È chiaro che il successo in Turchia mi ha dato sicurezza».
È lui l'anti-Rossi del 2006 e lo sa bene anche Valentino, piuttosto seccato di non essere riuscito a eguagliare i 12 successi stagionali e i 54 nella classe regina di Mick Doohan, nonostante una rimonta fenomenale dal 15º al 3º posto («a Istanbul avevo sbagliato io, ma qui il team non ha lavorato bene»).
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