Nuovo video, sulla nave marinai allo sbando

«Del video girato in plancia di nave Concordia l'aspetto che mi lascia più perplesso è il ritardo con il quale è stato dato l'ordine di emergenza generale, quasi tre quarti d'ora dopo l'impatto con lo scoglio e a pochi minuti di distanza dall'abbandono nave». Parola di Gabriele Bonetti, capitano di lungo corso, sul filmato scoop mandato in onda venerdì sera dal «Tg5». Da quasi 30 anni batte le onde e adesso comanda un rimorchiatore nel porto di Trieste. Ieri la procura di Grosseto ha acquisito il filmato sulla tragedia del Giglio.
«Le informazioni vere e dettagliate arriveranno dalla scatola nera - sottolinea Bonetti - ma colpisce il ritardo nel dichiarare l'allarme. Quest'ordine viene dato proprio per preparare tutti ad un'eventuale evacuazione. Per esempio serve per contare i passeggeri e capire quanti mancano all'appello, oppure per organizzarsi con calma con i giubbotti di salvataggio e le scialuppe pronte».
Fino alle 22.30, quando si comincia a parlare dell'emergenza generale, diversi ufficiali sono presenti in plancia perché attendono ordini precisi. Poi nel giro di 10 minuti viene ordinato l'abbandono nave.
«Guardando le immagini e sentendo le voci non mi sembra che ci sia caos o ammutinamento - osserva il lupo di mare -. Il video, però, inizia ben dopo l'impatto. Le luci d'emergenza e gli allarmi che suonano di continuo fanno pensare che i computer della plancia funzionavano e sfornavano dati sulla reale situazione». Invece il comandante, Francesco Schettino, sembra sottovalutare la situazione o solo spera che siano allagati due compartimenti così «sopravviviamo», come dice. «Giunti a quel punto avrebbe dovuto avere già il quadro chiaro della situazione. La squadra galleggiamento lo avrà informato della gravità della falla e si è reso conto che i motori non rispondevano più. Anche puntare sulle pompe di sentina per buttare fuori l'acqua, con i generatori fuori uso, è un po' strano» osserva Bonetti.
Il capitano ad un certo punto chiede ad un ufficiale la profondità e una voce gli risponde «100 metri». Allora Schettino punta tutto sullo scarocciamento verso la costa, ovvero la deriva della nave grazie al vento. «Per fortuna soffiava verso l'isola, altrimenti potevano finire al largo. Più che una manovra di salvataggio lo ha aiutato Gesù Cristo» osserva Bonetti.
La richiesta, tardiva, di rimorchiatori serve a traghettare Costa Concordia e probabilmente cercare di tenerla in assetto, anzichè farla incagliare e ribaltare su un fianco. Un'altra anomalia è l'ordine perentorio «Tutte chiuse le porte stagne. Subito!». Bonetti fa notare che le principali avrebbero già dovuto «essere chiuse fin dalla navigazione».
Invece il famoso «Vabbuò»" pronunciato quando Schettino viene informato che i passeggeri stanno già salendo sulle scialuppe, forse l'ha pronunciato rivolgendosi ad un'interlocutore che aveva dall'altra parte del telefono.
Ieri sera «Tg5» ha mandato in onda un altro spezzone esclusivo del filmato girato durante l'abbandono nave dell'equipaggio. Nel servizio firmato da Enrico Rondoni si nota che «almeno una parte dell'equipaggio attonito, sebbene calmo, sembra ancora incerto su quanto deve essere fatto. Su quando potranno scendere sulle scialuppe di salvataggio». Il corso sulla sicurezza, obbligatorio prima dell'imbarco, viene spesso certificato da agenzie di reclutamento di altri paesi.

Il personale straniero si mobilita, ma i sei minuti e mezzo di filmato mostrano il caos e la difficoltà per calare in mare le lance e raggiungere la riva anche se l'isola è vicinissima. In centinaia si mettono in salvo, ma a bordo molti sono rimasti intrappolati.
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