«Prima di cedere il mio titolo, avrei almeno voluto lottare alla pari con gli altri»: Pietro Piller Cottrer è limmagine della delusione. Aveva puntato la stagione su questa gara ed era anche riuscito ad arrivarci al 100% della forma, nonostante la misteriosa infiammazione che a novembre gli aveva persino fatto pensare di dover abbandonare il fondo. Ci ha pensato la nuvola fantozziana tipica delle isole giapponesi a mettere fine al suo sogno di bissare loro di due anni fa, nuvola che per circa mezzora, proprio quella in cui Pietro era in pista, ha scaricato unincredibile quantità di neve su Sapporo. Oltre allazzurro sono stati frenati - ma sarebbe più giusto dire fregati - tutti i migliori, tra cui anche Giorgio Di Centa, che però ancora una volta non è parso molto brillante e pronto a lottare per le medaglie. A vincere loro della 15 chilometri a tecnica libera è stato così un norvegese specialista del biathlon, non il re Ole Einar Bjoerndalen, che pure era in gara ma nel gruppo delle vittime, bensì Lars Berger, partito con il numero 55 circa mezzora prima dei favoriti e disturbato dalla bufera solo negli ultimi chilometri della sua fatica.
Sul podio con lui sono saliti lo sconosciuto diciannovenne bielorusso Leanid Karneyenka, numero 3 proprio per il fatto che mai aveva partecipato a una prova di coppa del mondo, e il leader di coppa Tobias Angerer che, partendo per ultimo una decina di minuti dopo Piller Cottrer, non ha corso tutta la gara sotto la neve e soprattutto ha sfruttato la pista già pulita dagli altri. Il tedesco, che al traguardo era furioso, ha perlomeno tenuto giù dal podio laustriaco Johannes Eder, al rientro da una squalifica per doping e quindi al via tra i carneadi con il pettorale numero 2.
Peccato, peccato davvero perché per lItalia del fondo poteva essere unaltra giornata di gloria. Gli sci dei nostri erano veloci, Pietro Piller Cottrer stava benissimo ed era pronto per confermarsi campione del mondo sulla distanza a lui più congeniale. Il colmo è che proprio lui, amante delle gare solitarie a cronometro piuttosto che di quelle in linea, è stato vittima delle partenze scaglionate: «Ho finito la gara, e non so nemmeno in che posizione (10°, ndr), solo per onorare il pettorale rosso di campione del mondo in carica, ma mentre spingevo mi rendevo benissimo conto che sulla neve fresca non avevo speranze. Ormai non si può tornare indietro. Meglio guardare avanti, allora, alla staffetta, speriamo solo che la sfortuna si giri per noi in fortuna, lItalia non ha mai vinto un oro mondiale in staffetta, magari questa sarà la volta buona».
Il grande giorno è domani, degli azzurri campioni olimpici della 4x10 mancherà Fulvio Valbusa rimpiazzato da Roland Clara in prima frazione, in seconda ci sarà Giorgio Di Centa, mentre a skating scieranno in terza Piller Cottrer e in quarta, pronto per leventuale volata, Cristian Zorzi.
Oggi intanto tocca alle donne, lItalia schiera una formazione inedita ma molto forte: Genuin, Longa, Valbusa e Follis.
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